Una massiccia operazione antimafia della Guardia di Finanza, denominata "Oleandro", è in corso in queste ore in Sicilia, Campania, Toscana e Friuli Venezia Giulia. Il comando provinciale di Catania sta eseguendo oggi, giovedì 18 gennaio, l'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 15 indagati, appartenenti al clan locale dei Picanello, branca della famiglia mafiosa Santapaola-Ercolano. L'indagine ha portato alla luce reati di associazione mafiosa, riciclaggio di denaro sporco, usura, traffico di sostanze stupefacenti. Sotto sequestro società, beni mobili e immobili e risorse finanziarie per oltre 12 milioni di euro.
L'operazioni Oleandro della Guardia di Finanza ha seguito le tracce complessivamente di 26 indagati, mentre 15 sono le misure cautelari personali fino ad ora prese (14 in carcere e 1 agli arresti domiciliari). Oltre 120 finanzieri stanno eseguendo in queste ore il provvedimento nelle province di Catania, Caltanissetta, Arezzo, Napoli e Udine. Nuovo colpo inferto dallo Stato a Cosa Nostra, dopo il blitz dello scorso dicembre condotto dalla Direzione distrettuale antimafia a Niscemi, in provincia di Caltanisetta, che portò all'arresto di 29 persone.
I finanzieri hanno sequestrato proprietà e conti bancari per oltre 12 milioni di euro. Sono 9 le società poste sotto sequestro, tutte con sede a Catania. La maggior parte delle aziende è attiva nel campo delle costruzioni e dell'immobiliare. Tra i 15 arrestati, anche Giuseppe Russo, detto "il giornalista", e Carmelo Salemi, noto come "u ciuraru", ai vertici del clan Picanello, affiliato alla famiglia Santapaola-Ercolano.
Le indagini hanno preso avvio in seguito agli indizi emersi nel corso di un'operazione precedente delle Fiamme Gialle, denominata "Tuppetturu", che tracciò la nuova mappa delle relazioni tra gli appartenenti del clan Picanello e dei suoi traffici. Nel 2017, l'arresto del boss storico, Giovanni Comis, aprì infatti la strada a Carmelo Salemi, che avrebbe riorganizzato le fila del gruppo mafioso. Dopo un primo arresto nel 2020, insieme al figlio dell'ex boss Nunzio Comis, al suo posto si impose Giuseppe Russo alla reggenza del clan. Adesso, grazie all'operazione Oleandro, la rete di traffici criminali è stata smantellata.
Le attività illegali contestate agli appartenenti al gruppo criminale sono gioco d’azzardo illegale, raccolta dei soldi delle estorsioni, traffico di sostanze stupefacenti, usura e riciclaggio di soldi sporchi. In particolare, l'attività di strozzinaggio permetteva poi di riutilizzare i proventi illeciti nelle diverse attività economiche del gruppo.
L'usura era una delle attività più redditizie del clan Picanello, che prende il nome dal quartiere di Catania dove si svolgevano la maggior parte dei loro traffici. Un bar della zona faceva da quartier generale dei loro affari, luogo dove gli indebitati dovevano portare le rate, maggiorate da interessi astronomici. I soldi così rastrellati confluivano in una sorta di cassa comune.
Da qui, si attingevano le risorse economiche per le necessità dei detenuti affiliati e dei loro familiari, sostenendo anche le spese di viaggio per i colloqui nei penitenziari e gli onorari degli avvocati difensori. Oppure, i soldi venivano reinvestiti in altre attività criminali o servivano per pagare gli "stipendi" dei consociati al clan. Ruolo di spicco è stato ricoperto da Fabrizio Giovanni Papa, imprenditore edile coinvolto nell'attività di riciclaggio dei proventi del gruppo criminale attraverso le sue società.
Di seguito, tutte le persone arrestate nel blitz di oggi:
Antonino Alecci (detto Nino), 62 anni; Andrea Caruso, 43 anni; Nunzio Comis, 41 anni; Giuseppe Conti, 37 anni; Michele Agatino Cuffari, 33 anni; Alessandro De Luca, inteso AIe, 49 anni; Giuseppe Gambadoro, 41 anni; Fabrizio Giovanni Papa, 58 anni; Giuseppe Russo (detto il giornalista o l’elegante), 48 anni; Carmelo Salemi (detto Melo o u ciuraru), 55 anni; Biagio Santonocito, 33 anni; Corrado Santonocito, 61 anni; Alfio Sgroi, 54 anni; Salvatore Alberto Tropea, 34 anni. Ai domiciliari Lorenzo Antonio Panebianco, 24 anni.