Il Parlamento Europeo rappresenta un pilastro fondamentale nell'architettura dell'Unione Europea (UE). È l'unico organo dell'UE eletto direttamente dai cittadini, garantendo così legittimità democratica e rappresentanza diretta. Ogni cinque anni, i cittadini europei esprimono il proprio voto per eleggere i deputati che li rappresenteranno nel Parlamento, rendendoli partecipi attivi nel processo legislativo europeo.
Il Parlamento Europeo detiene tre funzioni principali nell'UE:
Il Parlamento Europeo attualmente è composto da 705 deputati, rappresentanti circa 450 milioni di persone in tutta l'UE. La sua composizione ha subito modifiche significative dopo la Brexit, riducendo il numero dei deputati da 751 a 705. Questo cambiamento ha permesso una riallocazione di seggi tra gli Stati membri, seguendo il principio della "proporzionalità degressiva", assicurando una rappresentanza equa e proporzionale della popolazione di ogni Stato membro.
Le prossime elezioni europee, previste per giugno 2024, sono un momento fondamentale per l'UE. I cittadini di tutti i 27 Stati membri avranno la possibilità di eleggere i loro rappresentanti nel Parlamento Europeo. La distribuzione dei seggi tra i diversi paesi riflette la popolazione di ciascun Stato membro, con un massimo di 96 deputati per i paesi più grandi e un minimo di 6 per i più piccoli. L'Italia, per esempio, eleggerà 76 deputati: è il terzo Paese per numero di deputati in Europa, dopo Germania (96) e Francia (81).
Per fornire una visione chiara della distribuzione dei seggi, è utile esaminare un elenco dettagliato, che informa non solo quanti seggi spettano a ciascun paese, ma anche il peso relativo di ogni Stato membro nel contesto europeo.
PAESE UE | SEGGI |
Germania | 96 |
Francia | 81 |
Italia | 76 |
Spagna | 61 |
Polonia | 53 |
Romania | 33 |
Paesi Bassi | 31 |
Belgio | 22 |
Grecia | 21 |
Portogallo | 21 |
Repubblica Ceca | 21 |
Svezia | 21 |
Ungheria | 21 |
Austria | 20 |
Bulgaria | 17 |
Danimarca | 15 |
Finlandia | 15 |
Slovacchia | 15 |
Irlanda | 14 |
Croazia | 12 |
Lituania | 11 |
Lettonia | 9 |
Slovenia | 9 |
Estonia | 7 |
Cipro | 6 |
Lussemburgo | 6 |
Malta | 6 |
Le elezioni europee adottano un sistema proporzionale, permettendo una rappresentanza equa di tutte le forze politiche. Ogni Stato membro ha la libertà di stabilire la propria legge elettorale, nel rispetto delle norme comuni dell'UE, come l'uguaglianza di genere e la segretezza del voto.
L'Atto elettorale del 1976, che governa le elezioni del Parlamento Europeo, prevede che queste si svolgano secondo un sistema proporzionale. Recentemente, la decisione (UE, Euratom) 2018/994 del Consiglio ha introdotto una soglia minima obbligatoria di voti, variabile tra il 2% e il 5%, per le circoscrizioni con più di 35 seggi. Questo aspetto è cruciale per assicurare una rappresentanza equilibrata e ridurre la frammentazione politica. Tuttavia, le modalità elettorali variano notevolmente tra gli Stati membri, riflettendo diverse tradizioni e sistemi politici nazionali.
I cittadini dell'Unione Europea (UE) godono di diritti di voto e di eleggibilità unici, specialmente quando risiedono in uno Stato membro diverso dal proprio. Questi diritti, fondamentali per il funzionamento democratico dell'UE, sono garantiti dall'articolo 22 del Trattato sul Funzionamento dell'Unione Europea (TFUE). Tali norme assicurano che ogni cittadino UE residente in uno Stato membro, anche se non è cittadino di quello Stato, possa votare e candidarsi alle elezioni del Parlamento europeo in tale Paese.
Questo principio è rinforzato dalla direttiva 93/109/CE, che stabilisce le modalità di esercizio di questi diritti, sottolineando l'importanza della partecipazione democratica a tutti i livelli.
Quasi tutti gli Stati membri offrono ai loro cittadini la possibilità di votare dall'estero, con metodi che includono il voto per corrispondenza o presso ambasciate e consolati. Tuttavia, per prevenire il doppio voto, è stata introdotta la necessità di misure efficaci e dissuasive contro questa pratica illegale.