La giornata del 2 febbraio assume il nome di Candelora in virtù della sua connessione con le candele, che simboleggiano Cristo come "luce che illumina le genti". In questa tradizione cristiana, le candele, come già menzionato, vengono benedette e distribuite ai fedeli durante questa giornata, con l'auspicio di proteggerli dai mali del mondo e di fungere da simbolo di speranza.
Secondo il credo cristiano, le candele benedette il 2 febbraio sono impiegate il giorno successivo per la benedizione della gola, in occasione della memoria di San Biagio il 3 febbraio. Questo santo è considerato il protettore delle gole e il salvatore di un bambino che rischiava il soffocamento a causa di una lisca di pesce. Nelle sue rappresentazioni, San Biagio è spesso affiancato da candele.
Esistono diverse varianti dialettali del proverbio sulla Candelora, ma il significato rimane sostanzialmente invariato. Uno dei più noti, ad esempio, recita:
In alcune regioni, come ad esempio il Piemonte, si usa dire:
Secondo un dialetto romagnolo:
Un dialetto foggiano dice:
Alcuni studiosi hanno evidenziato la sovrapposizione di questa festività cristiana con riti pagani celebrati in quel periodo, come la festa celtica di Imbolc. Tutte queste celebrazioni, con la luce come elemento centrale (riflettendo il simbolismo delle candele), segnavano l'allungarsi delle giornate e i primi segni dell'arrivo della primavera. La fine dell'inverno coincideva con l'inizio di un nuovo ciclo vitale e dei nuovi raccolti, fissando la celebrazione proprio il 2 febbraio. Da qui derivano numerosi detti popolari legati alla Candelora, tesi a predire il clima dei mesi successivi.