Nell'ambito delle procedure di appalto e concessione pubblica, il Codice Identificativo di Gara (CIG) rappresenta uno strumento indispensabile per l'identificazione univoca e la classificazione di gare, lotti e contratti. Questo codice alfanumerico di dieci cifre assicura trasparenza e tracciabilità nel mondo degli appalti pubblici, rivelandosi fondamentale per la gestione e il monitoraggio dei contratti stipulati dalle amministrazioni pubbliche.
L'ottenimento di un CIG è mandatorio per tutte le categorie di contratti pubblici, inclusi quelli regolati dal Codice degli appalti, i contratti esclusi da tale codice e tutte le operazioni soggette agli obblighi di tracciabilità dei flussi finanziari come delineato dall'art. 3 della legge n. 136/2010.
Il CIG si adatta a diverse necessità e scenari operativi grazie alla sua varietà di formati:
Inoltre, il CIG svolge tre funzioni principali:
Dal 1° gennaio 2024, la gestione del CIG passa attraverso le piattaforme di e-procurement certificate, che interagiscono direttamente con la Banca Dati Nazionale dei Contratti Pubblici. Questa integrazione assicura che tutte le informazioni siano centralizzate, aggiornate e facilmente accessibili, marcando un avanzamento significativo verso l'automazione del sistema di appalti.
Il processo per ottenere un CIG inizia con l'accreditamento del Responsabile Unico del Procedimento (RUP) presso il sistema SIMOG dell'ANAC. Questa piattaforma non solo rilascia i codici, ma offre anche un servizio essenziale per la corretta gestione delle gare, dall'emissione del CIG al suo perfezionamento. La domanda va fatta antecedentemente all’avvio della gara d’appalto. Per ciascun lotto viene assegnato un codice specifico. La perfezione dei codici deve avvenire entro 90 giorni dall’acquisizione.
Il CIG rappresenta un pilastro nella governance degli appalti pubblici, permettendo alle autorità di supervisione di esercitare un controllo efficace su ogni fase del processo di appalto. La sua implementazione intende quindi focalizzarsi su un maggiore impegno verso un sistema di appalti più trasparente, efficiente e conforme ai principi di legalità.
L'ecosistema degli appalti pubblici in Italia sta attraversando una fase di profonda trasformazione digitale, con il Codice Identificativo di Gara (CIG) al centro di questa rivoluzione. L'introduzione di nuove modalità di richiesta e gestione del CIG rappresenta un passo significativo verso la digitalizzazione completa del processo di appalto, migliorando efficacia, trasparenza e tracciabilità delle operazioni.
La digitalizzazione ha portato a un'evoluzione nel modo in cui gli appalti pubblici vengono gestiti e monitorati. Con quasi 100.000 CIG emessi settimanalmente, il sistema sta dimostrando una capacità operativa paragonabile ai livelli pre-digitalizzazione.
Due settimane fa, Marco Bussone, Presidente di Uncem, ha evidenziato il caos creato dall'obbligatorietà del Codice Identificativo di Gara (CIG) per acquisti sotto i 5.000 euro, chiedendo la reintroduzione degli smart CIG e la semplificazione delle procedure. Criticando l'attuale sistema complesso e la piattaforma MEPA, Bussone ha quindi sollecitato maggior fiducia e semplificazione per gli enti locali, rimarcando l'importanza della trasparenza e dell'efficienza nella pubblica amministrazione.