Continuano le polemiche a distanza fra governo italiano e dirigenza della Stellantis. Giusto ieri 1° febbraio l'AD di Stellantis, Tavares, aveva dichiarato la propria preoccupazione per il futuro lavorativo degli stabilimenti di Pomigliano e Mirafiori.
In subbuglio i sindacati, mentre i partiti al governo hanno bollato queste preoccupazioni come esagerate. In una nota stampa della Lega si rincara la dose: "Niente ricatti da chi guadagna miliardi, bisogna fare attenzione ai diritti dei lavoratori".
La transizione dalle macchine che utilizzano combustibile ricavato dal petrolio a quelle elettriche rappresenta, specialmente in Italia, un motivo di attrito fra Stellantis e governo. Se l'azienda lamenta un atteggiamento governativo ambiguo, che spinge con esenzioni ed incentivi le automobili tradizionali a scapito di quelle elettriche, diversi politici hanno ripetuto che la transizione ecologica rappresenterebbe (così come concepita in UE) un peso economico troppo oneroso per gli automobilisti italiani.
Le vendite di auto in Italia, a livello generale, ristagnano da anni e ciò si ripercuote sul regolare funzionamento di stabilimenti un tempo grandi come quelli di Mirafiori e Pomigliano. Le ultime dichiarazioni di Tavares avevano fatto pensare a molti che Stellantis voglia ritirarsi dall'Italia su input dell'azionista francese ed il ministro per il Made in Italy Adolfo Urso aveva risposto a muso duro indicando che lo stato italiano avrebbe potuto acquisire quote in Stellantis.
In questo solco si inserisce una nota stampa rilasciata dalla Lega, che non accetta quelli che sembrano ricatti da un'azienda che pure ha un giro d'affari notevole:
Il sottosegretario al Mimit Bitonci, della Lega, ieri 1° febbraio aveva detto:
Resta da capire in cosa si concretizzerà il supporto governativo a Stellantis e se ciò coinvolgerà anche una più omogenea diffusione di auto elettriche.