La Lombardia affronta anche quest’anno una sfida significativa legata all'inquinamento atmosferico, con un aumento preoccupante dei livelli di PM10 che superano i limiti di sicurezza in quasi tutte le città della regione. La persistenza di condizioni meteorologiche avverse, con assenza di precipitazioni che potrebbero contribuire alla dispersione delle polveri sottili, aggrava ulteriormente la situazione. Di fronte a questo scenario, la Regione Lombardia ha adottato misure rigorose per contrastare lo smog, estendendo le restrizioni già in atto e introducendo nuovi divieti nelle province più colpite.
La Lombardia ha attuato divieti di vario tipo per ridurre le emissioni inquinanti, focalizzandosi su diverse aree di intervento:
Nonostante le misure adottate, l'aggiornamento delle emissioni in Lombardia mostra che le emissioni di gas climalteranti sono rimaste pressoché invariate rispetto agli anni precedenti. Questo stallo indica che la transizione ecologica nella regione procede a rilento, mettendo in evidenza la necessità di rafforzare le strategie di mitigazione dell'inquinamento e di accelerare l'adozione di tecnologie pulite e sostenibili.
La Lombardia affronta quindi sfide significative relative alla qualità dell'aria, aggravate da specifiche condizioni climatiche e geografiche che favoriscono l'accumulo di inquinanti. In risposta, la regione ha implementato strategie di intervento suddivise in due livelli principali di misure preventive contro l'inquinamento atmosferico.
Le misure di primo livello includono il divieto di accensione di fuochi all'aperto e severi limiti alla circolazione dei veicoli più inquinanti, inclusi i veicoli Euro 0, 1 e quelli a gasolio fino a Euro 4, estesi anche durante il fine settimana. Viene richiesto inoltre il mantenimento di una temperatura massima di 19 gradi nei riscaldamenti domestici e commerciali, e sono imposte restrizioni sulle pratiche agricole, come lo spandimento dei liquami.
Le misure temporanee di secondo livello, attivate in risposta ai picchi di PM10, includono restrizioni più severe rispetto a quelle di primo livello, con l'obiettivo di limitare drasticamente le fonti di inquinamento durante gli episodi critici. Infatti, il passaggio al secondo livello di restrizioni introduce il divieto dell'uso di riscaldamento a legna per gli impianti di classe inferiore alle 4 stelle, a meno che non siano disponibili metodi alternativi di riscaldamento. Queste misure sono state estese a province come Bergamo, Cremona e recentemente Brescia, evidenziando la gravità dell'inquinamento in queste aree.
La persistente situazione di alta pressione atmosferica, tipica del bacino padano, contribuisce a creare condizioni di stasi che impediscono la dispersione degli inquinanti. Questo fenomeno è aggravato dall'assenza di piogge e da una bassa ventilazione. Le emissioni da traffico, industria e riscaldamento si combinano, aumentando i livelli di Pm10 oltre la soglia consentita.
Tuttavia, l’arrivo previsto delle piogge nei prossimi giorni dovrebbe attenuare i suddetti livelli.
L'inquinamento atmosferico non solo rappresenta un rischio per l'ambiente ma ha anche profonde conseguenze sulla salute pubblica, aumentando l'incidenza di malattie respiratorie e di tumori.
La Regione Lombardia sta discutendo nuovi limiti alle emissioni nell'ambito dell'Unione Europea, con l'obiettivo di ridurre significativamente le emissioni di gas serra. Tuttavia, il raggiungimento di questi obiettivi richiede un cambiamento radicale nelle politiche energetiche, nei modelli di consumo e nelle tecnologie utilizzate.