Questa sera super ospite alla 74esima edizione del Festival di Sanremo, Giovanni Allevi. L'artista e orgoglio italiano nel mondo ha portato sul palco del Teatro Ariston una splendida, delicata ed emozionante esibizione del vivo della celebre Tomorrow che ha emozionato all'unanimità pubblico e critica.
Una struggente entrata in scena per Giovanni Allevi. Dopo un breve saluto ad Amadeus, l'artista ha raccontato la sua esperienza con la malattia in un lungo e commovente monologo. Ad attenderlo soltanto il suo amato pianoforte, e il tappeto sonoro dell'eccezionale Orchestra Sinfonica di Sanremo per Tomorrow, uno degli ultimi brani del compositore, uscito lo scorso anno e pubblicato nell'album dal titolo omonimo.
Un vero e proprio ritorno alla vita, come raccontato dallo stesso Allevi, dopo la sua lotta con un mieloma multiplo, tumore al midollo osseo diagnosticatogli due anni fa, nel 2022.
Il pianista, nel corso del tempo, ha dovuto smentire più volte pubblicamente la sua dipartita, poiché vittima di sciacallaggio da parte di giornalisti senza etica morale e rispetto dell'altrui dolore.
Il brano Tomorrow è un messaggio di speranza e una dedica affinché "domani ci sia sempre ad attenderci un giorno più bello" racconta Allevi, nel suo discorso:
All'improvviso mi è crollato tutto, non suono più il pianoforte davanti il pubblico da quasi due anni. Durante il concerto alla Wiener Konzerthaus, il dolore alla schiena era talmente forte che non riuscivo ad alzarmi dallo sgabello. E non sapevo ancora di essere malato. Poi è arrivata la diagnosi, pesantissima. Ho guardato il soffitto con la sensazione di avere la febbre a 39 per un anno. Ho perso molto, il mio lavoro, i capelli e le mie certezze ma non la speranza e la voglia di immaginare. Era come se il dolore mi porgesse degli inaspettati doni. Quali? Vi faccio un esempio: non molto tempo fa prima, che arrivasse tutto questo, in un concerto pieno in teatro ho notato una poltrona vuota. Come? Mi sono sentito mancare, eppure quando ero agli inizi ho fatto concerti davanti poche persone ed ero felicissimo. Oggi dopo la malattia non so che farei per suonare davanti 15 persone. I numeri non contano, sembra paradossale detto da qui, perchè ogni individuo è unico, irripetibile e a suo modo infinito.
Un altro dono: la gratitudine davanti la bellezza del creato. Non si contano le albe e i tramonti che ho ammirato da quelle stanze di ospedale".
Infine l'artista ha ringraziato tutte le persone che lo hanno aiutato nel corso del tempo: dai medici, agli infermieri, personale ospedaliero, i pazienti e la sua amata famiglia:
La mia gratitudine e riconoscenza ai medici, infermieri e a tutto il personale ospedaliero. La riconoscenza per la ricerca scientifica senza la quale non sarei qui a parlarvi. La riconoscenza per il sostegno che ricevo dalla mia famiglia, per la forza, l'affetto e l'esempio che ricevo dagli altri pazienti.,
"I guerrieri così li chiamo" prosegue Allevi, "magari cerchiamo insieme un altro termine ma non mi viene niente e lo sono anche i loro familiari, i genitori, dei piccoli guerrieri. Ora come promesso li ho portati tutti qui con me sul palco, esempi di vita autentica. Prima di arrivare all'ultimo dono facciamo loro un applauso. Quando tutto crolla e resta l'essenziale il giudizio dall'esterno non conta più. Io sono quel che sono io, noi siamo quello che siamo. Il cielo stellato può continuare a volteggiare nelle sue orbite perfette, immerso in una condizione di mutamento continuo ma in me qualcosa permane. Ed è ragionevole pensare che permeerà in eterno.
In conclusione, il pianista si è tolto il cappello davanti a tutti i presenti, mostrando la sua nuova e bellissima folta chioma di capelli ricci brizzolati:
Se le cose stanno davvero così, cosa sarà mai il giudizio esterno: "Voglio accettare il nuovo Giovanni". Per onorare l'attenzione e per dare speranza a chi lotta contro la sofferenza, suonerò di nuovo il pianoforte.
Come dissi a Vienna: "non potendo più contare sul mio corpo suonerò con tutta l'anima".
Era il 18 dicembre quando Allevi, in un emozionante post su Instagram ha raccontato ai suoi fan il proseguimento della sua lotta contro il male da cui era afflitto.
"Giulio Cesare dice che è più facile trovare uomini disposti a morire che trovare quelli disposti a sopportare il dolore con pazienza. Beh, Giulio, io continuo a vivere, e siamo in tanti, molti di più di quanto immagini! racconta il direttore d'orchestra.
Allevi, artista già fortemente stimato in passato, è diventato ancor di più un simbolo positivo, di crescita personale e di resistenza contro le malattie e le difficoltà che quotidianamente possono presentarsi nel corso della vita.
Ora il musicista è pronto a calcare nuovamente i palchi più prestigiosi del mondo.