21 Feb, 2024 - 11:20

L’assassinio di Malcolm X, 59 anni fa

L’assassinio di Malcolm X, 59 anni fa

Il 21 febbraio 1965 avvenne un episodio che perturbò le coscienze dell’epoca: l’assassinio di Malcolm X, figura carismatica che poi divenne protagonista di numerosi documentari, film, romanzi, diventando una pietra miliare dell’inconscio collettivo e culturale dell’epoca e per le generazioni successive. Ecco chi era Malcolm X, come avvenne la sua morte e i misteri che ancora le ruotano attorno.

L’assassinio di Malcolm X: chi era Malcolm Little

Nel cuore degli Stati Uniti, precisamente nel Nebraska del 1925, nasceva un uomo destinato a lasciare un'impronta indelebile nella storia americana e mondiale: Malcolm X. Figlio di Earl Little, un fervente attivista per i diritti degli afroamericani affiliato alla Universal Negro Improvement Association, Malcolm crebbe in un ambiente segnato dalla brutalità del suprematismo bianco e dall'ostilità del Ku Klux Klan. La violenza razzista, culminata nell'incendio della loro abitazione e nella misteriosa morte del padre, che la famiglia attribuì a un omicidio mascherato da incidente, plasmò l'infanzia di Malcolm. Seguì quindi il tragico declino mentale della madre, che portò alla sua reclusione in un istituto psichiatrico e alla dispersione dei fratelli in diverse famiglie affidatarie.

Nonostante un'intelligenza brillante, Malcolm sperimentò presto la discriminazione razziale, venendo scoraggiato dai suoi stessi insegnanti nell'aspirazione a una carriera legale. Il pregiudizio istituzionale lo indirizzò verso mestieri manuali, limitando sin da giovane i suoi sogni e le sue ambizioni.

La conversione e l’ascesa: Malcolm X e la Nation of Islam

Il trasferimento a Harlem nel 1943 fu un punto di svolta per Malcolm, che sprofondò in attività criminali fino all'arresto nel 1946. La detenzione fu il palcoscenico di una trasformazione radicale: qui Malcolm X entrò in contatto con la Nation of Islam, abbracciando un'interpretazione dell'Islam che propugnava l'emancipazione afroamericana e la superiorità nera. La decisione di abbandonare il cognome "Little", simbolo dello schiavismo, per l'anonimo "X" segnò il definitivo distacco dal passato di oppressione e l'inizio di un impegno attivo per i diritti civili.

Malcolm X, grazie alle sue doti oratorie e carisma, divenne presto una figura di spicco della Nation of Islam, superando in popolarità lo stesso Elijah Muhammad. Il suo messaggio di orgoglio nero e autodeterminazione risuonò tra molti afroamericani, ma generò anche tensioni interne all'organizzazione e con le autorità, attirando l'attenzione dell'FBI.

La rottura e la rivelazione

L'apice della carriera di Malcolm X all'interno della Nation of Islam si concluse bruscamente nel 1964, a seguito di divergenze ideologiche e personali con Elijah Muhammad. La scoperta di scandali morali all'interno dell'organizzazione e il crescente dissenso portarono Malcolm a una dolorosa rottura. La sua peregrinazione alla Mecca fu rivelatoria: l'esperienza di fratellanza tra musulmani di diverse etnie lo spinse a rivedere le sue posizioni sull'integrazione razziale e sulla possibilità di coesistenza pacifica.

Rientrato negli USA, Malcolm X adottò una visione più inclusiva, predicando l'unità umana al di là delle barriere razziali. Fondò l'Organizzazione per l'Unità Afro-Americana, ispirata ai principi dei diritti umani e della solidarietà internazionale.

L’assassinio di Malcolm X: cosa accadde il 21 febbraio 1965

La settimana prima del suo assassinio, Malcolm e la sua famiglia furono bersaglio di un attentato dinamitardo che, fortunatamente, non ebbe esito mortale. Il 21 febbraio del 1965, la vita di Malcolm X fu brutalmente interrotta da un assassinio durante un discorso pubblico. I suoi assassini, membri della Nation of Islam, segnarono tragicamente la fine di un leader che aveva evoluto la sua lotta per la giustizia in una visione globale di pace e uguaglianza. Durante un discorso pubblico ad Harlem, la sua esistenza fu spezzata da sette colpi d'arma da fuoco. Questo evento segnò profondamente la comunità, culminando in un funerale a Harlem che vide la partecipazione di oltre un milione e mezzo di persone. Il corpo di Malcolm fu sepolto nel cimitero di Ferncliff a Hartsdale, New York, accanto a quello della moglie Betty.

L’assassinio di Malcolm X: tre arresti, poi due furono scagionati

Gli anni successivi all'assassinio furono segnati da indagini e processi che portarono all'arresto di tre membri della Nation of Islam, accusati dell'omicidio. Nonostante le condanne, solo uno degli accusati ammise la propria colpevolezza. La storia prese una svolta significativa quando, dopo decenni di dubbi e speculazioni, il procuratore distrettuale di Manhattan annunciò l'intenzione di scagionare due degli uomini precedentemente condannati, Muhammad A. Aziz e Khalil Islam, grazie a nuove prove emerse durante un'indagine durata quasi due anni.

L’eredità di Malcolm X

Malcolm X rimane una delle figure più influenti e discusse del movimento per i diritti civili degli Stati Uniti. La sua vita fu caratterizzata da una costante evoluzione ideologica, che lo portò dall'essere un portavoce della Nation of Islam a un attivista per i diritti umani con una visione globale, dopo il suo pellegrinaggio alla Mecca. La sua capacità di mobilitare e ispirare le masse, unita a un approccio intransigente alla lotta per la giustizia, lo distingue come un leader carismatico e controverso.

Negli ultimi anni, la figura di Malcolm X è stata oggetto di una rinnovata attenzione, grazie alla pubblicazione di documentari e biografie che hanno stimolato un interesse rinnovato verso la sua vita e le circostanze della sua morte.

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Daniele Sforza
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