L'opposizione si compatta - e già questa è una notizia - contro Matteo Salvini e i suoi rapporti 'ambigui' con la Russia di Vladimir Putin. Dopo giorni di minacce, Carlo Calenda e Azione hanno presentato una mozione di sfiducia nei confronti del vicepremier e il testo è stato firmato anche da Elly Schlein del Partito democratico e Giuseppe Conte del Movimento 5 Stelle.
Alla fine, la mozione di sfiducia al ministro delle Infrastrutture e vicepremier è arrivata.
A presentarla formalmente è stato Matteo Richetti, capogruppo di Azione alla Camera, che ha dato, così, attuazione formale alle accuse rivolte dal leader del suo partito, Carlo Calenda, a Salvini dopo la morte di Aleksei Navalny.
Tra i firmatari del documento compaiono anche la segretaria del Partito democratico Elly Schlein e il presidente del M5S Giuseppe Conte, oltre ad Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni di Alleanza Verdi e Sinistra.
Tutta l'opposizione schierata, dunque, per chiedere a Salvini di render conto dei suoi legami con Vladimir Putin, come si legge nel testo del documento:
Calenda aveva rinfacciato a Salvini i presunti finanziamenti ricevuti dalla Lega da parte di Russia Unita, partito del leader russo. Proprio questo presunto accordo è all'origine della mozione di sfiducia, come spiega lo stesso Richetti.
Un punto che il leader di Azione ribadisce da Kiev, dove si è recato per il secondo anniversario dell'invasione russa in Ucraina.
Abbiamo chiesto a @matteosalvinimi ripetutamente di mostrare la prova della rescissione dell’accordo tra Lega e Russia Unita. Non l’ha voluto fare. Con @pdnetwork @Mov5Stelle @Sinistrait_ abbiamo depositato una mozione di sfiducia. Basta tolleranza verso chi, ricopre cariche di…
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) February 23, 2024
Calenda, con il linguaggio diretto e 'colorito' che a volte lo contraddistingue, definisce "un buffone" il leader leghista, denunciando l'accordo politico tra lui e il partito di Putin, che mette a rischio la sicurezza nazionale perché prevedrebbe "lo scambio di informazioni su politica estera e sicurezza".
Da Cagliari arriva la reazione del ministro e vicepremier che taglia corto e va avanti per la sua strada.
Tuttavia, vista l'ostinazione dei suoi contendenti, al leader del Carroccio potrebbe servire qualcosa in più della calma ostentata in questi ultimi giorni se la mozione arrivasse in Parlamento, come ormai sembra scontato.