Il momento del ricordo, del dolore e poi quello della giustizia: nel giorno dell'anniversario della tragedia di Cutro, le famiglie dei sopravvissuti hanno annunciato che faranno causa allo Stato italiano per "omissione di soccorso". Nell'azione legale sarà coinvolto anche Frontex, l'agenzia che si occupa di monitorare i confini dell'Unione europea.
Una folla di 300 persone si è radunata alle 4:30 di questa mattina sulla spiaggia di Cutro per ricordare il naufragio che lo scorso anno, proprio a quell'ora, costò la vita a 94 persone.
Ma dopo il momento del cordoglio, tra corone di fiori gettate in mare dalla madre di due minori rimasti vittime della tragedia e l'accensione di 94 candele in memoria di tutti i migranti scomparsi, è arrivato quello della rabbia, che si traduce nella richiesta di giustizia.
Cinquanta famiglie di sopravvissuti al naufragio chiederanno conto allo Stato italiano dell'omissione di soccorso che ha portato alla tragedia. Gul Jamshidi, afghano il cui nipote è deceduto nel naufragio, ha spiegato in conferenza stampa che la causa legale intende accertare le responsabilità del governo sulla vicenda.
A prender poi la parola è stato l'avvocato Stefano Bertone che ha spiegato come l'esposto riguarderà anche Frontex, l'Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera.
Bertone ha chiarito, poi, i contorni dell'esposto, che sarà articolato in due denunce, una a Roma, dove ha sede la Presidenza del consiglio, e la seconda a Catanzaro, spiegando, infine, quali saranno i soggetti istituzionali coinvolti.
Una richiesta dovuta. Non solo per la giusta e incontestabile rabbia di chi ha visto morire quasi 100 persone, ma anche perché, in una democrazia che si dice civile e avanzata, la loro morte non può essere tollerabile, in un contesto - quelle delle rotte del Mediterraneo - che dovrebbe essere monitorato e tutelato costantemente.