La psittacosi è una malattia respiratoria causata da un batterio noto come Chlamydia psittaci, che può essere trasmesso agli esseri umani principalmente attraverso il contatto con uccelli infetti.
L'OMS ha sollevato l'allerta riguardo a questa patologia, richiedendo una maggiore attenzione alla sua trasmissione e ai suoi potenziali rischi, dopo che ci sono stati 5 morti a causa di questa infezione.
Vediamo come si trasmette la psittacosi e quali precauzioni adottare.
L'OMS ha ricevuto segnalazioni da diversi paesi europei riguardo a un aumento dei casi di psittacosi nel 2023 e all'inizio del 2024, soprattutto nei mesi di novembre e dicembre. La maggior parte dei casi deriva dall'esposizione a uccelli selvatici o domestici.
Le infezioni umane di psittacosi avvengono principalmente attraverso il contatto con le secrezioni degli uccelli infetti, coinvolgendo soprattutto coloro che lavorano con uccelli da compagnia o pollame, veterinari, proprietari di uccelli da compagnia e giardinieri. Al momento, l'OMS valuta il rischio legato a questa malattia come basso.
In Europa la fonte di infezione più comune sono i pappagalli e i pappagallini, nessuno dei quali sono animali autoctoni, al secondo posto c'è il piccione. Anche anatre e tacchini possono trasmetterla, ma è molto più raro.
Anche se la trasmissione da persona a persona è generalmente possibile, avviene raramente. Tuttavia, se la malattia viene trasmessa direttamente in questo modo, il decorso è spesso grave e le persone colpite si ammalano gravemente.
La psittacosi può essere contratta respirando polvere contaminata, che contiene particelle di escrementi di uccelli o altre secrezioni infette dalla Chlamydia psittaci.
Questi batteri possono sopravvivere solo in condizioni specifiche, come nel tratto respiratorio umano, dove possono penetrare nelle cellule polmonari, moltiplicarsi e causare un'infezione, spesso provocando polmonite.
La trasmissione tramite goccioline respiratorie è il modo più comune per contrarre questa malattia.
Non tutte le persone infettate da questo batterio mostrano sintomi, ma quando si presentano, di solito si manifestano dopo una o due settimane dall'infezione. Durante questo periodo di incubazione, il batterio si moltiplica nel corpo umano senza causare sintomi evidenti.
Inizialmente la psittacosi può essere simile a un'influenza, con febbre improvvisa, brividi, mal di testa e dolori muscolari.
Talvolta può comparire un'eruzione cutanea insolita. La comparsa di tosse secca, difficoltà respiratorie e dolore durante la respirazione può indicare polmonite. Altri sintomi possono includere mal di gola e ingrossamento dei linfonodi cervicali.
Nei casi più gravi, il batterio può diffondersi ad altri organi, aumentando il rischio di complicazioni come disturbi neurologici, miocardite, pericardite ed endocardite. Tuttavia, queste complicazioni sono rare.
Se sospetti di avere la psittacosi, è importante consultare il medico di famiglia o uno pneumologo. Durante la visita, il medico ti farà domande del tipo: se lavori con gli uccelli, se hai avuto contatti con pappagalli, hai avuto febbre, mal di testa, dolori muscolari o tosse secca, e se provi dolore al petto quando tossisci.
Durante l'esame fisico, il medico potrebbe riscontrare un ingrossamento della milza e potrebbe prescriverti una radiografia al torace.
Per confermare la diagnosi, verrà eseguito anche un esame del sangue per analizzare gli anticorpi specifici contro il batterio responsabile. Inoltre, alcuni valori ematici, come il numero di globuli bianchi e la velocità di sedimentazione degli eritrociti, possono essere alterati.
Il trattamento della psittacosi coinvolge principalmente l'uso di antibiotici, che devono essere assunti per un periodo di 10-21 giorni. Nell'adulto è comunemente prescritta la doxiciclina, ad eccezione delle donne in gravidanza, che possono ricevere eritromicina.
Anche i bambini vengono trattati con antibiotici come l'eritromicina. Il trattamento antibiotico è generalmente efficace e agisce rapidamente.
La progressione della malattia varia da assenza di sintomi a polmonite grave, con possibili sintomi gastrointestinali come vomito, diarrea e crampi addominali.
Con una terapia tempestiva e adeguata, la prognosi è buona, con un tasso di mortalità inferiore all'1%. Prima dell'uso degli antibiotici, la mortalità era del 15-20%. È importante completare il corso di antibiotici per evitare ricadute e garantire un trattamento efficace e una guarigione completa.