I servizi di pagamento digitale e di trasferimento e deposito di denaro tramite app stanno diventando sempre più diffusi.
L'apertura di un conto digitale, come ad esempio PayPal, è sempre più comune sia tra i giovani, abituati alla praticità dei trasferimenti istantanei, sia tra gli adulti, attratti dalla rapidità di questo sistema, in contrasto con i metodi tradizionali.
Tuttavia, sorge la domanda se le transazioni effettuate tramite questi mezzi e i fondi depositati nei conti digitali debbano essere dichiarati al Fisco, compilando il quadro Rw, e se siano soggetti al pagamento dell'Ivafe, l'imposta sul valore delle attività finanziarie detenute all'estero.
Nel caso di un conto corrente nazionale, non c'è alcun obbligo di dichiarazione poiché il fisco può accedere e monitorare tutte le transazioni e i saldi attraverso l'Anagrafe dei conti correnti.
Tuttavia, per i conti correnti esteri, specialmente quelli detenuti presso enti finanziari non residenti in Italia, la situazione può essere diversa.
I conti correnti esteri, come quelli delle persone fisiche, devono essere dichiarati ai fini del monitoraggio fiscale, compilando il quadro Rw del modello dei redditi. Questo obbligo sorge soprattutto quando si verificano due condizioni:
In questi casi, una volta superati i 5.000 euro di giacenza media nel trimestre, è dovuta l'Ivafe, corrispondente al 2 per mille dell'importo alla fine dell'anno.
Per quanto riguarda i conti PayPal, non c'è uniformità di opinioni tra gli esperti:
In ogni caso, è consigliabile consultare un consulente fiscale esperto al superamento delle soglie indicate. L'Agenzia delle Entrate può anche condurre controlli autonomi per verificare la capienza e il saldo di un conto PayPal.