Tempi duri per il "campo largo" del centrosinistra in Basilicata, a tre giorni dalla chiusura delle liste per le elezioni lucane. Dopo il forfait di Lacerenza, PD e M5S non hanno più candidati in comune e stanno pensando di ripescare Angelo Chiorazzo.
Ipotesi che irrita moltissimo Carlo Calenda: il leader di Azione ha ormai deciso che non appoggerà né i dem né i pentastellati. Presentando un suo libro a Potenza, Calenda lancia un monito: "Sono abbastanza schifato e deluso, abbiamo dato mandato a Marcello Pittella e a Donato Pessolano di riunire la direzione regionale e trarre le dovute conseguenze".
Intervenendo alla presentazione del suo libro "Il Patto", Carlo Calenda sembra tirare una riga sul tentativo di alleanza che PD e M5S avevano costruito per contendere al centrodestra la presidenza della regione Basilicata.
Se Fratelli d'Italia, Forza Italia e Lega sosterranno il governatore uscente Vito Bardi, PD e M5S ancora non hanno un candidato. Domenico Lacerenza ieri ha rinunciato alla candidatura, mentre dem e pentastellati stanno pensando a "ripescare" Angelo Chiorazzo, al quale avevano caldamente chiesto di farsi da parte a causa dei dubbi del M5S.
Calenda, che già aveva accusato Giuseppe Conte di dettare la linea politica ad Elly Schlein, a Potenza ripete il concetto e chiude al "campo largo":
Il test elettorale del 21 e 22 aprile ormai è alle porte e fra 3 giorni vanno presentate le liste con i candidati per ciascun partito. Come appena visto, per Calenda non esistono le condizioni minime per fare alcunché di unitario e ciò per l'ex ministro sarebbe dovuto alla poca chiarezza presente nel M5S:
Il punto più basso, o più assurdo, della giornata lo racconta lo stesso Calenda: Schlein avrebbe evitato in ogni modo di rispondere alle sue telefonate, lasciando Azione nel buio più totale. Mancando così poco alla chiusura delle liste, con ogni probabilità Calenda sceglierà di appoggiare Bardi e quindi il centrodestra.