18 Mar, 2024 - 13:54

Elezioni in Russia, la vittoria di Putin spacca la maggioranza, le reazioni molto diverse di Tajani e Salvini

Elezioni in Russia, la vittoria di Putin spacca la maggioranza, le reazioni molto diverse di Tajani e Salvini

Nuove tensioni nella maggioranza di governo. A provocarle, stavolta, non sono le vicende politiche di casa nostra - come il terzo mandato per i governatori - ma le elezioni in Russia e la vittoria schiacciante di Vladimir Putin, esito accolto in maniera molto diversa da Antonio Tajani e da Matteo Salvini.

Elezioni in Russia, per Salvini "popolo che vota ha sempre ragione" ma Tajani replica: "Pressioni forti e violente sul voto"

Posizioni difficilmente conciliabili, quelle espresse dal leader della Lega e dal segretario di Forza Italia sul risultato delle elezioni svoltesi in Russia, con la vittoria di Vladimir Putin e la conferma per il suo quinto mandato presidenziale.

Un trionfo raggiunto con un risultato schiacciante che molti hanno giudicato come un effetto delle intimidazioni con cui il governo Putin ha tenuto sotto controllo le votazioni.

Non il segretario del Carroccio che, commentando l'esito elettorale in Russia a margine di un evento a Milano, non ha espresso alcuna parola condanna.

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"In Russia hanno votato, ne prendiamo atto, quando un popolo vota ha sempre ragione. Le elezioni fanno sempre bene, sia quando uno le vince sia quando uno le perde; io quando le perdo cerco di capire dove ho sbagliato e come fare meglio la prossima volta".

Un tono decisamente diverso, però, è stato quello usato dal ministro degli Esteri Antonio Tajani, che ha duramente condannato tutto ciò che ha preceduto il voto - con la morte del dissidente russo Aleksei Navalny - e le modalità con cui si sono svolte le operazioni.

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"Sono elezioni che sono state caratterizzate da pressioni forti, anche violente. Navalny è stato escluso dalle elezioni di fatto con un omicidio. Non c'erano candidati avversari di Putin. Abbiamo visto le immagini dei soldati russi entrare dentro i seggi per vedere come votava la gente, quindi non mi sembra che sia una elezione che rispetta i criteri che rispettiamo noi".

Al suo arrivo a Bruxelles per il Consiglio Affari esteri dell'Unione europea, Tajani non ha risparmiato, poi, una 'bacchettata' al suo collega di maggioranza, rimettendo in chiaro chi sia, nel governo, il titolare a esprimere la posizione dell'Italia su vicende analoghe.

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"La politica estera la fa il ministro degli Esteri. Quindi le posizioni in politica estera sono quelle del ministro degli Esteri".

Anche le opposizioni contro Salvini

Ma le parole di Salvini hanno scatenato anche la dura reazione delle opposizioni, che chiedono una presa di posizione agli alleati del leader leghista e alla stessa presidente del Consiglio Meloni.

Francesco Boccia, presidente dei senatori del Partito democratico, chiede retoricamente a Salvini se, per lui, vada bene "votare con le urne trasparenti e i militari che controllano il voto nei seggi".

Gli fa eco Riccardo Magi, segretario di +Europa, che prende l'uscita di Salvini per sollevare un dubbio sulla credibilità internazionale del governo Meloni.

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"Salvini festeggia per l’elezione di Putin parlando di espressione di democrazia del popolo russo. Ma Meloni è davvero ancora convinta che avere un vicepremier filo russo, che siede in consiglio dei ministri e determina la politica anche estera del governo non rappresenti un problema di sicurezza nazionale? Io mi porrei delle domande".

Dubbi dentro e fuori la maggioranza, quindi, che hanno 'costretto' la Lega a diramare una breve nota ufficiale nella quale si prende atto del voto senza dare, spiegano, "un giudizio positivo o negativo del risultato". Una 'toppa', senza dubbio, forse ormai tardiva.

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Piercarlo Fabi
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