Poliedrico, semplice e simpatico, abbiamo incontrato Fabio Canino, conduttore, attore, ha raccontato Fiesta e la crisi della televisione e della politica. Questa sera in scena al teatro Masaccio, di San Giovanni Valdarno, alle 21. "E' uno spettacolo nato nel 2001, continua ad andar bene, ma è cambiato negli anni: sono cresciuti gli attori, continuiamo a registrare sold-out anche nella tournèe 2024 - ha spiegato Canino a TAG24.IT - sono tutti molto felici. Al pubblico faccio scegliere tra tre possibili finali, col coinvolgimento diretto, diventano parte dello spettacolo, si divertono, e tornano a vederlo."
All'inevitabile domanda sulla situazione della televisione italiana: "Cosa cambieresti?" Gli abbiamo chiesto: "Tutto - ha risposto il conduttore - manca il coraggio di sperimentare, di provare, vedere nuovi format e personaggi. La televisione è in crisi, vogliono investire poco, vanno sul garantito sicuro, sull'usato sicuro. Vediamo programmi già proposti, con conduttori già visti, questo allontana molto il pubblico che è attirato dalle varie piattaforme. Se la televisione generalista continua a riproporre sempre le stesse cose il pubblico si stanca e cambia. Viviamo in una società poco onesta intellettualmente: quando la società cambierà cambierà anche la televisione."
Una delle cause della crisi mediale attuale è legata alla presenza dei social, così la televisione di una volta interessa soltanto una certa fetta di pubblico, mentre i nativi digitali fruiscono di formati e contenuti innovativi, attraverso la rete. Alcuni di loro non hanno, addirittura, un apparecchio a casa, e seguono tutto dal web. "C'è una gran confusione. La televisione generalista prende gli influencer, i TikToker che hanno un altro pubblico, e al 90% non funzionano. Spero questo la televisione lo capisca presto - ha aggiunto Fabio Canino - nel caos che attraversiamo la politica ha un ruolo: è tutto, è anche non buttare le carte a terra, è prendersi le proprie responsabilità, non mettere la testa nella sabbia. La politica è non guardare soltanto nel proprio orto, ma anche in quello del vicino. La politica è coraggio, la politica siamo noi."
Anche in politica, come in televisione, le dinamiche sono le stesse. Si continua a scommettere sui grandi partiti che faticano a far entrare i nuovi. "Noto che piccoli partiti fatti da ragazzi giovani, che hanno delle idee, non vogliono farli entrare nel circolo della politica, mettono degli sbarramenti per partecipare alle elezioni. E' un fare che deve cambiare altrimenti siamo sempre gli stessi - ha detto Fabio - mi è stato chiesto più di una volta di candidarmi e ho detto no perché la politica è una cosa molto seria. Al momento sto seguendo il gruppo politico Volt Italia, è un gruppo di giovani con tanta voglia di fare, progressisti, verdi, ma non sono tanti e fanno fatica a trovare spazio per tentare di essere eletti."
"Studiare è un grande investimento che si fa su se stessi, poi consiglierei di viaggiare, anche a chi non ha soldi. Tutti non abbiamo avuto soldi da giovani, ma abbiamo avuto modo di girare l'Europa, e lavorare. Conoscere altre culture, e altri mondi, ci servirà quando torneremo a casa - ha fatto notare durante l'intervista - e soprattutto consiglio di fare errori, e sbagliare, con la propria testa. Si sbaglia tutti, ma sarebbe meglio sbagliare con la propria testa. Per quelli che vogliono fare questo lavoro studiare è obbligatorio, è un modo per capire cosa non si può fare e cosa non si è in grado di fare."
Dal teatro alla televisione, alla radio e ai libri: "Ho sempre voluto fare tutto, ho cambiato e rischiato tanto: a volte ho perso, a volte ho vinto, ma ho sempre fatto quello ho voluto. Ho avuto un momento di grande celebrità, in televisione, dopo Cronache Marziane mi proponevano format simili, ho detto basta mi fermo! Di lì andai a teatro, poi alla radio. Ho avuto il coraggio di scegliere, ma è un privilegio, oggi è tutto più complesso."
E sulle relazioni ha spiegato: "Non vado alle cene, nè alle feste, nè alle prime. Detesto questi finti ritrovi di amici. Sono occasioni dove si va per contarsi, vedere chi c'è, chi non c'è. Si va per diventare amici di quello, o questo. Se avessi frequentato i salotti avrei fatto una carriera più importante, ma preferisco stare con le persone a cui voglio bene, perché le voglio frequentare non perché le devo frequentare. Anche perché quel tipo di relazioni non sempre sono sincere - si è congedato il giudice di Ballando con le Stelle - e sulla prossima edizione della trasmissione RAI dedicata al ballo rassicura: "Non abbiamo firmato nessun contratto, ma la giuria è compatta e pronta ad alzare le palette. Ma se ne parla ad ottobre."