30 Mar, 2024 - 16:57

Perché c'è sciopero dei Supermercati, la sorpresa alla vigilia di Pasqua

Perché c'è sciopero dei Supermercati, la sorpresa alla vigilia di Pasqua

La sorpresa per tanti consumatori che alla vigilia di Pasqua hanno trovato i supermercati chiusi. Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs hanno proclamato per oggi, sabato 30 marzo, una giornata di sciopero nei supermercati. 

I sindacati stigmatizzano a gran voce "l'insofferenza di Federdistribuzione verso i contratti, hanno proclamato una giornata di sciopero nazionale che sarà attuato mediante l'astensione dal lavoro per l'intero turno di lavoro.

Perché c'è sciopero dei Supermercati

La protesta nasce a seguito della rottura delle trattative per il rinnovo del contratto con le imprese della Gdo aderenti a Federdistribuzione.

Alla base della mobilitazione le richieste inaccettabili presentate dall'associazione datoriale di settore Federdistribuzione al tavolo di trattativa per il rinnovo del Contratto nazionale, in stallo da più di quattro anni e atteso da oltre 240mila addetti, finalizzate unicamente a sabotare diritti e garanzie attualmente contenute nel Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro.

Si legge in una nota dei sindacati,

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"l’irresponsabilità di Federdistribuzione nel presentare svariate richieste finalizzate a sabotare diritti e garanzie attualmente contenute con Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro e che le lavoratrici e i lavoratori della distribuzione commerciale hanno raggiunto a costo di sacrifici e di lotte nel corso degli ultimi decenni".

Nel dettaglio, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs puntano il dito contro "l'introduzione di una flessibilità incontrollata e generalizzata con contratti a termine di durata indeterminata (oltre i 24 mesi); lo smembramento del sistema di classificazione del personale con l'attribuzione dell'addetto alle operazioni ausiliarie alla vendita a mansioni inferiori quali il pulimento di aree di vendita e servizi (come illegittimamente fanno alcune aziende associate a Federdistribuzione).

 La rottura del tavolo di trattativa

La rottura si è consumata sulla parte normativa, che i sindacati hanno chiesto di tenere separata dalla questione economica.  I sindacati chiedevano un adeguamento all’Ipca (il paniere) per contrastare l’inflazione che ha falcidiato stipendi già esigui in partenza, con quattro lavoratori su dieci a basso reddito. 

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Ma Federdistribuzione in una nota dice
"Non aver fatto mai mancare la disponibilità alla trattativa nelle diverse fasi che si sono succedute nei mesi precedenti e nel corso dell’ultimo incontro del 26 e 27 marzo ha dato apertura a riconoscere gli aumenti salariali espressamente richiesti dalle organizzazioni sindacali, avendo sempre ritenuto importante tutelare i lavoratori e garantire la sostenibilità per le imprese".

L'adesione e i presidi principali

Da questa mattina sono in corso presidi dei lavoratori in diverse regioni d’Italia e flash mob nei punti vendita delle imprese più rappresentative di ciascuna provincia del Paese.

Otto su dieci - per le sigle - hanno aderito allo sciopero. Al loro posto, spesso capireparto e personale a chiamata. Vari i presidi. A Torino, al Carrefour di corso Montecucco e al Lidl di via Bologna, che è rimasto chiuso, come molti altri punti vendita della catena in Piemonte. 

Maurizio Magi, segretario generale della Filcams Cgil Firenze, ha così commentato:

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"Ci sono reparti semi vuoti o vuoti. Il rinnovo del contratto c'è stato con Confcommercio, Confesercenti e con il mondo della cooperazione. Federdistribuzione è l'unica a non aver rinnovato e non è casuale: loro nascono da una scissione da Confcommercio, se sono rimasti soli è la prova che questa scissione è nata per indebolire la contrattazione in questo settore e per pretendere, in modo inaccettabile, una diminuzione dei salari e dei diritti.
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Maria Teresa Olivieri
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