È morto nella notte, dopo giorni di agonia, l'86enne Bruno Cartechini: nel giorno di Pasqua aveva ucciso la moglie Palma Romagnoli, gravemente malata, e aveva tentato il suicidio. A darne notizia è Il Corriere Adriatico, che ieri aveva fatto sapere che l'anziano si era aggravato ed era stato trasferito nel reparto rianimazione dell'ospedale Torrette di Ancona, dove era stato portato in elisoccorso subito dopo l'omicidio.
I fatti risalgono alla scorsa domenica. Dopo l'alba Bruno Caterchini, di 86, aveva impugnato un fucile da caccia regolarmente detenuto e aveva sparato diversi colpi alla moglie Palma Romagnoli, che da qualche mese si era allettata a causa di una malattia degenerativa e altri gravi problemi di salute.
Poi aveva rivolto l'arma contro sé stesso, provando a togliersi la vita. Quando i soccorsi erano arrivati, allertati dal genero, che dal piano superiore della palazzina in cui viveva anche la coppia aveva udito gli spari, per la donna non c'era già più niente da fare, mentre il marito, gravissimo, era stato portato il elisoccorso all'ospedale Torrette di Ancona.
Lì nella notte si è spento dopo essere stato trasferito nel reparto rianimazione ed essere stato sottoposto a ben due interventi chirurgici. A riportarlo è Il Corriere Adriatico, che cita anche le parole ora affidate ai social dalla figlia Stefania: "Angeli miei pregate per me aiutatemi a superare questo tremendo momento [...] come nella vita vi siete amati tanto così anche nella morte".
Si pensa che l'omicidio sia stato dettato dalla disperazione dell'uomo, che secondo i vicini "non sopportava di veder soffrire" la moglie. Non è l'unico caso di questo genere: sono molti, ogni anno, i delitti che scaturiscono da problemi simili. Spesso si tratta di casi di omicidio-suicidio commessi da qualcuno che deve prendersi cura di un familiare.
Si pensi al caso di Cecchina, ad Albano Laziale, dove qualche giorno fa un ex pilota d'aereo di 83 anni ha sparato con una pistola alla moglie di cinque anni più giovane per poi togliersi a sua volta la vita. Sembra che entrambi fossero malati oncologici: l'ipotesi degli inquirenti è che avessero concordato il tragico epilogo, parlandone in un biglietto rinvenuto all'interno dell'abitazione in cui vivevano dopo la scoperta dei loro corpi senza vita.
Simile il caso di Avellino, dove il 14 febbraio un 63enne aveva ucciso la figlia gravemente malata e si era poi suicidato con un fucile da caccia regolarmente detenuto. Sembra che Costantino Mazza, questo il suo nome, fosse esasperato dalle condizioni di salute della giovane: è probabile che abbia deciso di compiere il gesto estremo per evitare che soffrisse ulteriormente.
Lo stesso movente che a Saronno, in provincia di Varese, aveva portato il 54enne Stefano Rotondi ad uccidere la madre Teresa Sartori, di 81, e ad impiccarsi nella casa di famiglia. Sembra che l'anziana fosse malata da tempo. A dare l'allarme, lo scorso gennaio, era stata una vicina di casa che, dopo essere entrata nell'abitazione per occuparsi di alcune faccende domestiche, come sembra facesse regolarmente, aveva fatto la tragica scoperta.
Rotondi, un appassionato motociclista, era stato trovato morto poco dopo: sembra che alla madre fosse particolarmente devoto. L'ipotesi più accreditata è che a spingerlo ad ucciderla sia stata la frustrazione provata nel sapere di non poterla aiutare a stare meglio. La stessa di Mirco De Milito, che ad ottobre aveva ucciso la madre e ferito il padre per poi togliersi a sua volta la vita a Latiano, in provincia di Brindisi: entrambi avevano problemi di salute.