Si preannunciano mesi turbolenti e difficili per i cittadini romani e per tutti i turisti che visiteranno la Capitale. Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri ha annunciato, infatti, nuove chiusure per la linea della Metro A, che per cinque mesi tornerà a interrompere il servizio alle 21. L'assessore alla mobilità Eugenio Patanè, raggiunto da TAG24, prova a fare chiarezza.
L'augurio è che almeno ne valga la pena.
Staranno forse pensando a questo i cittadini romani che si troveranno, nei prossimi mesi, costretti a fare i conti con una delle tre linee della metropolitana cittadina che resterà chiusa a partire dalle ore 21 per cinque giorni su sette.
Il sindaco Roberto Gualtieri, come anticipato qualche mese fa, lo ha annunciato nel corso di una conferenza stampa svoltasi in Campidoglio, nella quale è tornato sul tema dell'ammodernamento della Metro A.
L'intervento di sostituzione dei binari - responsabile della precedente chiusura serale iniziata nell'estate 2022 - era arrivato fino alla stazione Ottaviano. Ora resta da riqualificare l'ultimo tratto fino al capolinea Battistini e questo porterà a una nuova chiusura serale dell'intera linea per i prossimi cinque mesi, dall'8 aprile fino a dicembre. Rimarranno garantite le giornate di venerdì e sabato, in cui la Metro A chiuderà all'una e trenta.
Una mazzata, senza dubbio, soprattutto perché andrà a creare non pochi disagi nel periodo estivo, dove Roma sarà presa d'assalto da migliaia di turisti. Senza contare che alcune linee specifiche rimarranno chiuse completamente per un certo periodo di tempo. Si tratta, nello specifico:
Thomas Cardinali ha contattato telefonicamente l'assessore alla Mobilità del Comune di Roma, Eugenio Patanè, anche lui presente con il sindaco Gualtieri alla conferenza stampa, chiedendogli, anzitutto, il motivo di tempi più lunghi del previsto per i lavori.
D. Perché le chiusure saranno più lunghe del previsto?
R. Il motivo risiede nell'impossibilità di lasciare i mezzi da lavoro alla stazione Battistini, dove si svolgeranno i lavori, ma di doverli lasciare al capolinea opposto, ad Anagnina. Questo comporta che, ogni sera, per iniziare i lavori, i mezzi dovranno essere trasportati da Anagnina facendo perdere almeno un'ora di tempo. Questa è la prima questione che ha fatto slittare i tempi del cantiere.
D. E il secondo motivo?
R. Il secondo motivo riguarda la situazione che abbiamo trovato facendo i sopralluoghi. Abbiamo trovato problemi seri e strutturali che non ci aspettavamo. Ci siamo accorti che, nel tempo, per evitare le infiltrazioni, anziché togliere il pietrisco per fare le infiltrazioni di cemento e la guaina di asfalto, sono state fatte delle infiltrazioni di resina. Questo ha cementificato il pietrisco, facendone un blocco unico che va smantellato metro per metro con il martello pneumatico. Tutto ciò, ovviamente, fa slittare ulteriormente i tempi.
Particolarmente preoccupante è la chiusura della stazione di piazza di Spagna, uno dei punti di riferimento principali per i turisti in visita nella Capitale, con la sua posizione strategica tra la via dello shopping (via del corso) e le equidistanti piazza del Popolo e piazza Venezia.
Patanè è consapevole dei disagi ma prova a far comprendere quanto fossero necessari questi interventi, soprattutto per mostrare all'estero una città di Roma finalmente all'altezza delle altre metropoli del mondo.
D. La chiusura per oltre due mesi a partire dal 15 luglio e fino al 30 ottobre non si poteva proprio evitare?
R. Io chiedo a tutti: cosa vogliamo fare? Vogliamo lasciarla così? Noi stiamo facendo un lavoro che nessuno ha mai fatto. Un intervento di restyling complessivo delle stazioni che sono datate 1980. La stazione Spagna è la più importante del mondo. Stiamo lavorando per farla diventare più bella e più fruibile, essendo anche un biglietto da visita della città ai turisti. Abbiamo programmato i lavori in modo equilibrato, per ottenere la riqualificazione delle stazioni e, allo stesso tempo, il minor danno possibile a cittadini e turisti. I disagi ci sono sempre, ovviamente, ma abbiamo cercato di limitarli il più possibile.
D. I fondi sono quelli del Giubileo?
R. In parte sì, in parte sono soldi di privati attraverso sponsorizzazioni. Il finanziamento, però, riguarda tutte e 27 le stazioni. Ovviamente non possiamo chiuderle tutte insieme, quindi ora saranno chiuse solo queste tre, poi verranno le altre. Ma era un'occasione da non perdere.
D. Il prezzo dei biglietti resterà invariato?
R. Non ci saranno ricadute sui prezzi dei biglietti. Questi lavori sono finanziati con investimenti del Giubileo e altri privati. Il prezzo del biglietto serve a pagare la gestione del servizio, non investimenti come questo. E, comunque, eventuali aumenti dipendono dalla Regione. Nel momento in cui si dovesse discutere di questo - ma non è assolutamente certo che succederà - lo faremo con la Regione.