Ben diversa dalla "Milano da bere" degli anni Ottanta, la città mostrata dalla serie tv della Rai, "Il Clandestino" con protagonista Edoardo Leo. Si presenta, invece, molto più oscura e pericolosa. Una pericolosità, purtroppo, molto simile a quella avvertita dai cittadini del capoluogo lombardo negli ultimi tempi, compresa una delle protagoniste della serie, Lavinia Longhi, che ai microfoni di TAG24 racconta le sue angosce per una Milano che, ormai, non sembra offrire più alcun senso di sicurezza e tranquillità per i suoi abitanti.
La nuova serie Rai "Il Clandestino", ideata da Edoardo Leo e da lui anche sceneggiata, per la regia di Rolando Ravello, è un noir e, come tale, si caratterizza per atmosfere cupe, dove crimini e sospetti sono sempre dietro l'angolo.
Qualcuno potrebbe, dunque, essere stupito nel vedere una simile narrazione avere come sfondo la città di Milano, in passato spesso raccontata - nelle narrazioni audiovisive - come luogo solare, segnato da progresso e civiltà. Ma questo è un ritratto che ha poco a che vedere con le cronache recenti che arrivano dal capoluogo lombardo e che parlano di criminalità e violenza sempre più diffusi.
Lo aveva sottolineato alcuni mesi fa anche Flavio Briatore, raccontando su Instagram il furto che aveva subito in zona piazza degli affari, e ne hanno parlato anche Leo e Ravello, intervistati dall'inviato di TAG24 Thomas Cardinali, sottolineando come intendessero raccontare una città inedita.
Lo stato di inquietudine e timore dei cittadini milanesi viene ora certificato proprio dall'attrice Lavinia Longhi, che nella serie Rai interpreta la fidanzata deceduta del protagonista, Kadhija.
Anche lei abitante di Milano, ha raccontato ai microfoni di TAG24 il suo stato di agitazione a causa del senso di insicurezza trasmesso dal clima cittadino.
Le dà manforte la collega e compagna di set Alice Arcuri, che ne "Il Clandestino" interpreta una scrittrice moglie di un uomo politico a cui il protagonista deve fare da scorta.
Pur riconoscendo di essere in grado di cavarsela da sola - cresciuta in mezzo a dei maschi e praticante di arti marziali come il Taekwondo e Muay thai, oltre che di crossfit - ritiene inaccettabile "che una donna debba sentirsi una vittima".
Proprio le criticità che caratterizzano la città rappresentano, però, un valore aggiunto per la serie.