Caso chiuso. Archiviato quello che è stato definito il 'sexgate giallorosso' del video hot, rubato a una dipendente dell'AS Roma da un calciatore della Primavera e poi diffuso tra le chat di giocatori e altri dipendenti del club. E' stato infatti raggiunto un accordo economico tra la donna, licenziata in seguito allo scandalo, e la società. Niente reintegro, ma un risarcimento.
Una 'lauta buonuscita' in modo da evitare una denuncia penale per revenge porn. Sarebbe questo il motivo che avrebbe portato la società giallorossa all'accordo economico con l'ormai ex dipendente, al centro dello scandalo del video hot che da diverse settimane si stava consumando a Trigoria. Lo riporta La Repubblica.
Il caso scoppia nell'autunno del 2023. La donna e il compagno- dipendente sempre della società giallorossa- protagonisti del filmato, vengono licenziati. La società parla di "incompatibilità aziendale".
Nessuna sanzione, invece, per chi per primo aveva fatto girare il video, rubato dal cellulare della dipendente con la scusa di fare una telefonata. Ossia un calciatore della Primavera, all'epoca dei fatti minorenne che- si scoprirà in seguito- aveva conservato quelle immagini per due anni, prima di diffonderle.
La prima proposta di risarcimento viene avanzata a fine novembre: 310mila euro sia per la donna che per il suo compagno. Ma l'As Roma rifiuta. Da qui il 'sexgate' finisce sui giornali con accuse di sessismo alla società.
Il caso arriva a Montecitorio, con la richiesta del Pd di un'interrogazione parlamentare, e alla Procura Figc. Che decide di aprire un'inchiesta- ancora in corso- per accertare le responsabilità sulla vicenda in merito ai propri tesserati.
Vito Scala, club manager alla Roma nonché ex preparatore atletico di Francesco Totti, è stato sentito a fine marzo dal procuratore della FIGC Giuseppe Chiné proprio in merito alla vicenda.
Se, grazie all'accordo economico, l'As Roma non rischia un processo civile e sono scongiurati anche eventuali risvolti penali per revenge porn, è comunque ancora aperta l'inchiesta sportiva.
Quindi ora sarà la Procura della FIGC a dover fornire delle risposte.