30 Apr, 2024 - 08:00

Chi rischia i controlli dell’Agenzia delle entrate: casi e motivi

Chi rischia i controlli dell’Agenzia delle entrate: casi e motivi

In linea del tutto generale, non ci sono, poi, così tante probabilità di subire controlli o verifiche da parte dell’Agenzia delle entrate, soprattutto considerando la platea davvero elevata di contribuenti: allora chi rischia i controlli e perché?

Intanto, ci sono categorie molto più a rischio di altre, ci sono controlli specifici e mirati che vengono effettuati su un campione selezionato di contribuenti e, poi, una lunga serie di controlli automatizzati che prendono in esame tutte le dichiarazioni fiscali presentate.

Solo lo scorso anno sono state prese in esame e sottoposte a controllo più di 50 milioni di dichiarazioni.
Vediamo, quindi, chi rischia i controlli dell’Agenzia delle entrate, quali sono i casi e i motivi.

Chi rischia i controlli dell’Agenzia delle entrate?

Rispetto agli anni passati, quest’anno il sistema dei controlli è stato nettamente semplificato. L’obiettivo è rimasto lo stesso: la lotta all’evasione fiscale.

I controlli sono cambiati nell’ottica di prevenire gli inadempimenti tributari anziché sanzionarli. Inoltre, si punta ad ottenere nel maggior numero dei casi possibili il pagamento spontaneo delle tasse.

L’Agenzia delle entrate punta a contrastare gli inadempimenti e l’evasione sia attraverso i classici controlli che mediante l’assistenza ai contribuenti.

Ma chi rischia di più? Ovviamente, tutti devono tenere alta la guardia. Tuttavia, i controlli sostanziali vengono circoscritti alle categorie di contribuenti che vengono considerate a rischio di evasione.

I contribuenti sottoposti a controllo da parte dell’Agenzia delle entrate insieme alla Guardia di Finanza saranno circa 210.000, di cui 65.000 verranno analizzati nel 2024, 70.000 nel 2025 e 75.000 nel 2026.

Ma nell’occhio ci saranno anche grandi imprese e società multinazionali, quelle con fatturato molto alto.
I controlli si basano su alcuni indici:

  • Incongruenze;
  • Movimenti finanziari;
  • Variazioni reddituali o patrimoniali;
  • Ritardi o mancati pagamenti delle imposte;
  • Rapporti finanziari e commerciali con soggetti già noti per pratiche di evasione.

Controlli sugli indici di rischio

Li abbiamo appena menzionati. Cosa sono gli indici di rischio? Si tratta di parametri utilizzati dall’Agenzia delle entrate per identificare i contribuenti con una maggiore probabilità di evasione fiscale.

Sono parametri che si basano su diversi fattori che vengono revisionati annualmente in base all’andamento dei fenomeni e ai nuovi comportamenti di evasioni scoperti.

Per esempio, si tratta di indici quali le incongruenze tra i dati dichiarati dal contribuente e quelli presenti nelle banche dati. Ma si pensi anche ai movimenti finanziari eccessivi o sospetti oppure, in generale, poco coerenti con il profilo reddituale e patrimoniale del contribuente.

Un altro indice che merita di essere citato riguarda le variazioni reddituali o patrimoniali significative e che non trovano giustificazione con quanto dichiarato e con il profilo del contribuente.

Lotta all’evasione fiscale

Come abbiamo anticipato, l’Agenzia delle entrate punta a contrastare l’evasione fiscale, ma anche gli inadempimenti, attraverso i controlli preventivi o successivi e tramite l’assistenza ai contribuenti che, spontaneamente, hanno intenzione di assolvere agli obblighi fiscali.

Si punta, quindi, a creare un rapporto di fiducia reciproco tra l’Amministrazione finanziaria e i cittadini. Un progetto molto ambizioso che si ottiene attraverso una forte spinta alla digitalizzazione dei servizi e con un incremento dell’informazione fiscale fornita dagli organi ufficiali.

Cos’è e come funziona la tax compliance

La tax compliance è proprio uno dei modi con cui l’Agenzia delle entrate cerca di promuovere l’adempimento spontaneo del pagamento delle tasse da parte dei cittadini.

Come funziona? Inviando le lettere di compliance, l’Agenzia delle entrate avvisa i contribuenti che sono state riscontrate irregolarità e li invita a correggerli volontariamente.

Si tratta di un metodo che, lo scorso anno, ha prodotto circa 2 miliardi di euro in versamenti spontanei.

Si rimanda anche: Controlli Agenzia entrate su dichiarazioni 2024: cosa fare se il contribuente non li ritiene corretti? 

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Sara Bellanza
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