Il costo del caffè al bar è in costante aumento, preoccupando gli italiani per le ripercussioni sulle loro tasche. Secondo Assoutenti, il costo medio di una tazzina di espresso si attesta a 1,18 euro nelle principali città italiane, registrando un incremento significativo negli ultimi anni. Le avverse condizioni meteo in Brasile e il cambio euro-dollaro sono tra i fattori che potrebbero influenzare ulteriormente i consumatori italiani. La provincia di Pescara ha subito il maggior aumento dei prezzi, con un incremento del +28%, seguita da Bari con il +24,4%.
Il caffè al bar è diventato sempre più costoso negli ultimi anni, con un prezzo medio che continua a salire a causa degli aumenti sui mercati internazionali. Questo fenomeno ha un impatto diretto sulle tasche degli italiani, con Assoutenti che denuncia la possibilità di ulteriori rincari nel prossimo futuro. L'associazione sottolinea come anche un piccolo aumento di pochi centesimi possa avere un impatto significativo considerando che in Italia vengono serviti circa 6 miliardi di caffè all'anno, generando un giro d'affari di circa 7 miliardi di euro annui.
Bolzano si distingue come la città con il caffè al bar più caro, con un prezzo medio di 1,38 euro a tazzina, seguita da Trento con 1,31 euro. Guardando la classifica al contrario, invece, Catanzaro viene eletta come la città più economica, con un prezzo medio di 0,99 euro a tazzina. Tuttavia, confrontando i listini attuali con quelli del 2021, emerge che Pescara ha subito l'incremento maggiore, passando da un prezzo medio di 1 euro a 1,28 euro (+28%), seguita da Bari con un aumento del +24,4%.
Il costo crescente del caffè è attribuibile a diversi fattori, tra cui la crisi climatica e i problemi interni nelle regioni produttrici. Questi fattori contribuiscono a un listino prezzi in costante ascesa, mettendo a dura prova le aziende che operano nella filiera del caffè. La scelta tra continuare ad aumentare i prezzi o accettare una marginalità inferiore diventa sempre più difficile per le compagnie del settore, con la maggior parte che sembra orientarsi verso l'aumento dei prezzi per mantenere la redditività.
Diverse sono le cause di questa impennata dei prezzi, tant’è che si è parlato anche di crisi del caffè. In primo luogo, una forte contrazione dell’offerta da parte del Vietnam, uno dei maggiori produttori mondiali di caffè Robusta, ha ridotto drasticamente la disponibilità di questa varietà sul mercato globale. A ciò si aggiungono le avverse condizioni metereologiche in Brasile, altro grande produttore, che hanno ulteriormente compromesso i raccolti di caffè Arabica. Questi eventi, uniti al rafforzamento del dollaro rispetto all’euro, hanno influenzato negativamente i costi di importazione in Italia, incrementandoli fino al 50% rispetto ai sei mesi precedenti.
Questa situazione ha avuto un impatto diretto sui consumatori italiani. Assoutenti calcola che il prezzo medio di una tazzina di caffè consumata al bar nelle principali città italiane sia ora di 1,18 euro, segnando un aumento del 14,9% rispetto ai 1,03 euro del 2021.
Gli analisti di Citi hanno esaminato il panorama del mercato del caffè, prevedendo ulteriori aumenti dei prezzi nel breve e medio termine. Secondo Aakash Doshi, senior commodities strategist di Citi, i recenti rialzi possono essere attribuiti principalmente, come già spiegato in un paragrafo precedente, all'ondata di caldo in Vietnam che ha compromesso la produzione di caffè Robusta. Questa situazione ha creato un supporto di prezzo per i chicchi di Arabica premium, portando la recente azione dei prezzi a superare le precedenti previsioni di 1,85 dollari per libbra, con un possibile rally breve termine fino a 2,1-2,2 dollari.