Come ogni anno, il primo maggio si celebra la "Festa dei lavoratori": giornata nata nel 1866 con lo scopo di ricordare la lotta per l'ottenimento dei propri diritti e di orari di servizio più consoni e meno lunghi. Otto ore di lavoro, otto di svago, otto per dormire recitava lo slogan coniato nel 1855 in Australia e simbolo delle prime battaglie per uno stile di vita più dignitoso.
A questo proposito, apre un enorme punto di riflessione la lettera aperta al direttore di Euroma2, noto centro commerciale di Roma, nella quale è stato chiesto da più di 500 dipendenti della struttura un giorno libero per poter passare una giornata in serenità con la propria famiglia.
Ciò che gli impiegati hanno ricevuto in cambio è stato un sonoro silenzio, di quelli che fanno rumore e che valgono più di mille risposte. Tag24 ha raccolto l'appello di un dipendente del grande magazzino, che per ovvie ragioni ha scelto di restare anonimo e parte del sindacato Cicascat del Lazio.
Qualora il direttore di Euroma2 volesse replicare, la redazione è disponibile ad ascoltare la sua versione della storia.
D. "Cinquecento firme da parte dei dipendenti di Euroma2, tutti favorevoli a restare a casa il primo maggio?"
R. "In realtà, da noi non sono passati per chiedere la nostra firma, ma avremmo fatto sicuramente parte della raccolta. Noi abbiamo saputo tutto mediante i media, nemmeno il nostro sindacato ci ha comunciato la notizia. Condividiamo il pensiero e ci dispiace non aver potuto firmare"
D. "La lettera aperta è stata accolta dal direttore? E' pervenuta una risposta?"
R. "No, che io sappia non si è pronunciato in alcun modo. Domani però saremo aperti, riteniamo dunque che la nostra richiesta non gli sia interessata più di tanto"
D. "Nelle festività, i dipendenti del centro commerciale vengono pagati di più o il regolare stipendio?"
R. "Veniamo pagati secondo il contratto collettivo del commercio nazionale. La giornata più il 35% della retribuzione maggiorata, sono straordinari. Sotto questo punto di vista siamo tutelati, la nostra società, quella per cui lavoro, è serissima".
D. "Dipende quindi dalla professionalità del votro punto vendita più del centro?"
R. "La nostra azienda è corretta dal punto di vista delle paghe, se c'è qualche problema viene risolto velocemente. E' lavorare il primo maggio che non condividiamo, il nostro centro commerciale è sempre stato chiuso in queste date. Noi lavoriamo sempre tranne il 25 di dicembre, il primo maggio e il primo gennaio. In quei giorni siamo interamente chiusi"
D. "Quindi il 26 di dicembre siete aperti?"
R. "Sì, perché il 26 dicembre arrivano tutte le persone per il cambio regalo, c'è proprio la perdita del valore dello stare insieme in famiglia. Se si toglie il 26, il ferragosto e il Primo maggio che è la festa dei lavoratori, dove finiremo?"
D. Durante le feste non vede i suoi parenti?"
R. "Lavorando su turni, ci sono colleghi che fanno 5-6 ore, altri ne fanno 8 e la festività è completamente andata. L'intelligenza sta nel responsabile e nel modo di gestire gli orari. Ad esempio io ho lavorato il 25, lavoro il primo maggio, il concetto sbagliato è a monte. Non si può far lavorare i dipendenti il giorno della "Festa dei lavoratori", sennò che festa è?"
D. "Ad esempio i supermercati, che sono negozi utili al fabbisogno quotidiano sono chiusi nel centro. Invece un negozio di vestiti, elettronica è giustamente aperto? C'è la necessità di comprare una t-shirt proprio quel giorno?
D. "In più, mi diceva che ad esempio il 26 si lavora nuovamente, anziché fare ponte..."
R. "Per regolamento, il tempo dei cambi equivale ad un mese. Se una persona ha acquistato un oggetto a Natale può tranquillamente venire il 27... non cambia nulla, saremmo aperti e non succede niente se quel giorno si sta in famiglia, come giocare a carte con amici. Devi venire proprio il 26 a cambiare un regalo?"
D. "Bisognerebbe rieducare i clienti ad un consumo più consapevole?"
"Se la gente non andasse nei giorni di festa, il fatturato calerebbe e ci penserebbero due volte prima di aprire il centro. Se non incassi, gli straordinari costano parecchio alle aziende e si chiude per quel giorno. Invece si guadagna parecchio, perciò la situazione prosegue..."
D. "S'incassa in modo massivo?"
R. "Sì, riguadagniamo lo storico dell'anno precedente, durante i confronti con le stagioni passate ci rendiamo conto che è sempre più alto, quindi la gente continua ad andare e questo è il problema di base"
D. "Ottenere il primo maggio per ottenere tutte le festività, giusto? Così da poter stare con le proprie famiglie in serenità..."
R. "Certo. Noi siamo sempre aperti ad eccezione del 25 di dicembre e vedrà che l'anno prossimo apriranno pure a dicembre. Ogni anno tolgono una festività. L'anno scorso a ferragosto restavamo a casa, quest'anno lavoriamo anche in quei giorni. Ci fanno lavorare sempre fino a quando non ci toglieranno tutte le festività"
D. "Come mai il direttore non si è pronunciato?"
R. "Probabilmente perché il fattore economico prevale, è un ragionamento imprenditoriale. Lui sarà a casa mentre noi andiamo a lavorare... Voglio pensare che ragioni da impresario, perché tante persone hanno chiesto di tenere chiuso il centro commerciale almeno il Primo maggio. Viene chiamata "La festa del lavoro e dell'eccellenza" e tu cosa fai? Te ne disinteressi completamente e ci mandi a lavorare? I sindacati magari ci consigliano di fare sciopero, ma come facciamo? Mi detraggono i soldi dallo stipendio se mi assento, ho bisogno di pagare le bollette, le spese di casa (e non solo). Almeno tre festività l'anno dovremmo ottenerle..."
D. "O ti adatti al sistema o vai via?"
R: "Le faccio un esempio pratico. Molti miei colleghi che lavorano nel punto vendita sono ragazzi giovani e hanno il contratto a tempo determinato. Essendo più di dieci persone se io decidessi di non andare e avvalermi del mio diritto di non lavorare, il ragazzo col contratto a tempo determinato che non sa se avrà il rinnovo o no, sceglie di lavorare per tutti"
D. "Giustamente lavorano con l'ansia di non essere rinnovati?"
R. "Davanti ad una situazione del genere un ragazzo dice: "Va bene, lavoro io nelle feste" e spera che venga rinnovato. Il gruppo deve dividere equamente le festività, senza che nessuno pesi su nessuno. Noi siamo ancora indietro anche con i rinnovi. Ci chiedete sempre di più, di lavorare anche alle feste, che saremo pagati di più, ma ci sono persone che vogliono semplicemente stare a casa con le famiglie, come giusto che sia".