30 Apr, 2024 - 18:02

Elezioni Europee 2024, troppe proteste: no di Palazzo Chigi al 'taglio' delle firme. Rizzo (DSP): "Presenteremo firme al Sud e al Centro"| VIDEO

Elezioni Europee 2024, troppe proteste: no di Palazzo Chigi al 'taglio' delle firme. Rizzo (DSP): "Presenteremo firme al Sud e al Centro"| VIDEO

Niente da fare per il 'taglio' delle firme per le Elezioni Europee 2024. Palazzo Chigi non ha accolto la richiesta di Democrazia Sovrana e Popolare di diminuire il numero delle sottoscrizioni necessarie per la presentazione delle liste per il voto dell’8 e il 9 giugno. I due leader, Marco Rizzo e Francesco Toscano hanno annunciato che presenteranno le firme nelle circoscrizioni Centro e Sud dove hanno raccolto le firme necessarie, mentre presenteranno ricorso nelle altre tre circoscrizioni.

Si è conclusa così, a poche ore dalla chiusura dei termini per le presentazioni delle liste (fissati per le 20 di domani, mercoledì 1 maggio) la vicenda relativa alla raccolta delle 75mila firme necessarie ai partiti minori per poter partecipare alla competizione elettorale di giugno.

No di Palazzo Chigi al 'taglio' delle firme: "Ferma contrarietà di altre formazioni politiche minori"

Le speranze si sono infrante poco dopo le 13,30 di oggi quando, a conclusione del Consiglio dei Ministri, fonti di Palazzo Chigi hanno fatto sapere che "l'esecutivo ha valutato opportuno non accogliere la richiesta" di Marco Rizzo e quindi di non intervenire sulla diminuzione del numero delle sottoscrizioni necessarie per la presentazione delle liste per le Elezioni Europee.

La richiesta presentata nella giornata di ieri dal coordinatore nazionale di Democrazia Sovrana e Popolare, infatti, pur ritenuta "ragionevole", non è stata accolta per la "ferma contrarietà di altre formazioni politiche minori".

Nel pomeriggio i due leader di sinistra hanno convocato una conferenza stampa davanti Palazzo Chigi in cui hanno annunciato l’intenzione di presentare ricorso.

Elezioni Europee, Rizzo: "Saremo presenti nel Centro e nel Sud. Nelle altre tre faremo ricorso"

Un no quello di Palazzo Chigi, che complica ma non arresta la corsa europea di Democrazia Popolare Sovrana, che è intenzionata a far valere le proprie ragioni nelle sedi preposte. Nel frattempo presenterà le firme nelle circoscrizioni in cui è stato superato il limite delle sottoscrizioni necessarie.

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"Presenteremo le nostre firme. Abbiamo superato il limite nelle circoscrizioni Centro e Sud e nelle altre tre faremo il giusto ricorso".

Ha dichiarato Marco Rizzo ai cronisti davanti a Palazzo Chigi, insieme al presidente Francesco Toscano.

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"Avevamo chiesto una riduzione della raccolta delle firme di un quarto, così come era avvenuto nel 2018, comunque superiore del 2022 con cui è stato eletto questo Parlamento. La nostra proposta non è passata. Evidentemente Democrazia sovrana popolare dà noia. Faremo ricorso contro questa legge totalmente iniqua".

Il coordinatore di Democrazia Sovrana Popolare ha anche denunciato un problema di par condicio in merito allo spazio in tv del giornalista Michele Santoro anche lui impegnato nella raccolta delle firme per la sua lista Pace Terra e Dignità.

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 Vorrei sapere perché Michele Santoro è tutte le sere in televisione in prima serata e siamo un po' seccati di questo.

Rizzo: Bandecchi ci ha dato una mano. E' un uomo generoso, ha contribuito nella circoscrizione Centro

Il leader di DSP ha anche sottolineato l’aiuto del leader di Alternativa Popolare, Stefano Bandecchi, che ha aiutato il partito nella raccolta firme nella circoscrizione centro.

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 "Bandecchi ci ha dato una mano. E' un uomo generoso, ha contribuito nella circoscrizione Centro a consentire la nostra presentazione con oltre un migliaio di firme. Abbiamo una teoria molto chiara e prima o poi arriveremo, perché il sentimento anti sistema e di ripulsa di questo comando dell'economia e della finanza è molto forte nel nostro Paese".

Il presidente di DSP Francesco Toscano, infine, sottolinea come i problemi non si risolvono rifiutandosi di ascoltare le voci di dissenso.

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"I problemi non si risolvono tacitando le voci che dicono cose differenti. Nessuno vuole ascoltare le nostre proposte".
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Maria Rita Esposito
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