Una finale di Coppa Italia che dice Juventus, capace di imbrigliare un'Atalanta sottotono e mettere in bacheca la 15esima coppa della sua storia. Tutto questo vedendo una squadra, quella di Allegri, quadrata come poche volte in campionato. E Roberto Galia esulta: "Finalmente si è riusciti a vincere un trofeo dopo qualche anno", afferma l'ex centrocampista, che di coppe vinte se ne intende: quella nazionale la conquistò nel 1990, nello stesso anno riuscì a vincere anche la Coppa Uefa, un bis replicato poi nel '93.
Vincere aiuta a vincere, specie se ci sono premi di mezzo, questo Galia lo sa, ecco perchè contro l'Atalanta ha avuto modo di vedere una squadra compatta, dove "l'esperienza della squadra nel giocare queste partite ha aiutato", sottolinea Roberto Galia, che in esclusiva a Tag24 si è soffermato anche su Max Allegri e il suo futuro.
La Coppa Italia ha messo in mostra un'Atalanta con il suo vestito peggiore, grazie ad una Juventus che sul prato dell'Olimpico ha fatto la voce grossa dall'inizio alla fine, con Roberto Galia che promuove i bianconeri a pieni voti.
D: Ieri una delle migliori Juventus?
R: Non mi è dispiaciuta per niente, era da un po’ di tempo che non la vedevo così determinata. Anche perché partiva in svantaggio rispetto all’Atalanta, ma la prestazione è stata convincente.
D: Ha prevalso l’esperienza della squadra quando si tratta di finali?
R: Probabilmente anche questo, ma ho visto un’Atalanta sottotono. L’assenza di Scamacca si è sentita, è stato palese che davanti aveva difficoltà. Ma la Juventus è stata ordinata, ha sfiorato anche il secondo gol e ha creato di più rispetto altre volte.
D: E’ sembrata un’altra Juventus rispetto a quella di campionato, come se servissero partite del genere per poter salire in cattedra. Secondo lei perché?
R: Dipende dalla qualità dei giocatori, dalla condizione atletica e mentale. E’ normale che ogni giocatore risponde alla sua maniera, non è semplice nemmeno per l’allenatore; ma una finale da sempre una carica e motivazioni diverse, che ti portano a scendere in campo in maniera differente.
D: Chi l’è piaciuto di più?
R: Miretti, nonostante sia entrato dalla panchina. Il suo ingresso ha dato qualità alla manovra, sicurezza; ha fatto molto bene anche Cambiaso con quella palla di prima data a Vlahovic, così come anche la difesa ha retto bene botta rischiando pochissimo. La compattezza della squadra è stata buonissima, e poi anche Vlahovic ha fatto un gran bella partita non solo per il gol, ma anche mettendosi a servizio della squadra.
Protagonista della serata sicuramente Massimiliano Allegri. Cinque coppe Italia vinte, il più vincente in questa competizione. Una vittoria dal sapore di addio, confermato dall'espulsione a pochi minuti dalla fine e dal suo nervosismo prima della premiazione nei confronti di Cristiano Giuntoli. Roberto Galia ha detto la sua sul tecnico livornese e sul suo futuro.
D: Allegri nervoso ieri dopo la vittoria, specie contro Giuntoli.
R: Gli ultimi risultati non hanno aiutato, poi gliene dicono di tutti i colori. Ma quando vinci un trofeo è sempre importante; è l’allenatore con più Coppe Italia vinte, e gli va dato il merito di questa cosa. Sono contento per la società, se lo merita, che sia di buon auspicio per il futuro.
D: Ce l’aveva con Giuntoli?
R: Non lo so sinceramente. Quando si è così nervosi è perché può essere successo qualcosa di non positivo.
D: E’ stata l’ultima di Allegri?
R: Potrebbe visto anche l’atteggiamento avuto nella fine. Ma le vittorie di solito fanno cambiare idea.