Una nuova terapia infusionale ha recentemente suscitato speranze tra coloro che soffrono di Parkinson. Questo trattamento offre una prospettiva promettente per migliorare la qualità di vita dei pazienti affetti da questa malattia neurodegenerativa.
Con l'obiettivo di gestire i sintomi in modo più efficace e di rallentare la progressione della malattia, scendiamo nei dettagli e scopriamo di più di questa nuova terapia nella lotta contro il Parkinson.
La terapia infusionale rappresenta un approccio innovativo nel trattamento del morbo di Parkinson, e riesce a offrire ai pazienti una nuova speranza per un miglior controllo dei sintomi e una qualità della vita più elevata.
Questa tecnica consiste nella somministrazione continua di farmaci attraverso un sistema di infusione che garantisce un rilascio controllato e costante del principio attivo nel corpo.
In Italia è stata recentemente introdotta la foslevodopa, una nuova terapia infusionale sottocutanea che si distingue per la sua efficacia e comodità d'uso. È un'alternativa valida alle terapie tradizionali.
La terapia infusionale con foslevodopa utilizza una pompa per infusione sottocutanea che rilascia il farmaco in modo continuo attraverso un micro-ago inserito nello strato adiposo sotto la pelle. Questo metodo di somministrazione permette di mantenere livelli costanti del farmaco nel corpo, e garantisce un miglior controllo dei sintomi del Parkinson, riducendo le fluttuazioni motorie che spesso caratterizzano la malattia.
Rispetto ad altri trattamenti per il Parkinson, come la Duodopa®, che richiede un intervento chirurgico per l'installazione di un sondino, la terapia infusionale con foslevodopa offre diversi vantaggi:
Per beneficiare della terapia infusionale con foslevodopa è necessario seguire alcuni passaggi fondamentali:
Una volta ottenuta la prescrizione e l'approvazione per il rimborso, il medico o il centro specializzato pianificheranno la somministrazione della terapia infusionale. La terapia prevede l'utilizzo di una pompa per infusione sottocutanea che rilascia il farmaco in modo continuo attraverso un micro-ago inserito nel tessuto adiposo sottocutaneo.
Le terapie infusionali rappresentano un'opzione alternativa alla chirurgia per i pazienti con malattia di Parkinson avanzata (aPD) quando i sintomi non sono adeguatamente controllati con farmaci orali.
Secondo le recenti linee guida della European Academy of Neurology/Movement Disorder Society, tali terapie possono essere considerate per i pazienti con aPD che presentano fluttuazioni non sufficientemente gestite con trattamenti orali.
Sebbene la terapia chirurgica invasiva, come la terapia cerebrale profonda, sia stata ampiamente studiata come alternativa per i pazienti con fluttuazioni, il medico potrebbe preferire concentrarsi sull'efficacia delle terapie infusionali, meno invasive e pericolose.
Diversi studi clinici e reali hanno dimostrato un significativo miglioramento dei sintomi motori e non motori nei pazienti con malattia di Parkinson avanzata (aPD) trattati con terapie infusionali come LCIG/CLES.
Questo trattamento ha mostrato di ridurre in modo significativo la discinesia, il dolore correlato, la distonia mattutina e migliorare le attività quotidiane e la qualità della vita. Inoltre, l'infusione di LCIG/CLES 24 ore su 24 potrebbe offrire ulteriori benefici, come una riduzione delle fluttuazioni notturne, miglioramenti nella rigidità e negli squilibri dell'andatura notturna, e un aumento del tempo di "attivazione" al mattino.
Sebbene ci siano alcuni rischi e complicazioni associate alla procedura, i pazienti riportano che i benefici clinici superano gli effetti collaterali e le interferenze legate al dispositivo.