Un impegno deciso su insegnanti di sostegno e studenti stranieri, senza dimenticare un passaggio sul nodo retribuzioni dei docenti. È dal Festival dell'Economia in corso a Trento che il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara traccia la rotta degli obiettivi del governo sul fronte della scuola durante il forum 'Perché serve una scuola di talenti'.
Garantire assistenza e supporto specialistico ai ragazzi disabili.
È questo il primo impegno che il ministro dell'Istruzione e del merito Giuseppe Valditara si assume nel suo intervento al Festival dell'Economia di Trento, nel corso del forum 'Perché serve una scuola di talenti'. Un segnale deciso, nelle intenzioni del ministro, confermato da una promessa chiara:
La preparazione degli insegnanti di sostegno è, infatti, il grande nodo da sciogliere per il ministro, se la scuola vuole garantire quella centralità dello studente che gli viene riconosciuta dalla Costituzione.
Purtroppo, sottolinea il ministro, questo è un compito che l'università non riesce a sostenere, da qui la necessità di un intervento specifico per la specializzazione, affidato a Indire (Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa).
Altra battaglia che il ministro porta avanti da tempo è quella relativa agli studenti stranieri. Il ministro porta avanti una concezione dell'inclusione basata sui doveri e sui diritti, mettendo in primo piano la conoscenza della lingua italiana e della cultura cui fa da supporto.
Da un lato, questo lo porta ad assumere posizioni decisamente critiche verso episodi come quello della scuola media di Treviso che ha esentato due studenti musulmani dallo studio della 'Divina Commedia' di Dante perché ritenuto dalle loro famiglie "offensivo per la religione Islamica". Dall'altro, lo costringe a valutare interventi affinché questo processo si realizzi, raddrizzando storture che lui stesso elenca nel corso del forum.
Una dispersione che è diretta conseguenza della mancata inclusione e della scarsa conoscenza della lingua italiana, con una preparazione che, riferisce Valditara, si attesta su valori inferiori al 22%, "vuol dire un anno in meno di preparazione" che si riverbera nella mancanza di fiducia nel proseguimento degli studi. L'intervento previsto dal ministero va, dunque, nella direzione di un insegnamento mirato della lingua italiana.
Senza dimenticare la necessità di una valutazione circa la conoscenza della lingua italiana al momento dell'iscrizione dello studente.
Infine, il ministro torna su un'altra battaglia della quale si è fatto carico dall'inizio del suo mandato: quella per l'autorevolezza degli insegnanti. Che passa, sottolinea Valditara, anche da un riconoscimento di natura salariale, perché non basta rimarcare quanto sia importante la funzione di un educatore se poi tale importanza non viene valutata adeguatamente in busta paga.
Il ministro promette un intervento in questo senso:
A questo si aggiungerà un ulteriore contributo per quegli insegnanti che si impegneranno nei corsi estivi, che riceveranno un aumento ulteriore nella loro retribuzione.