"Unità, dialogo e identità". Sono le tre parole d'ordine con cui Emanuele Orsini, neo-presidente di Confindustria, inizia il suo intervento che chiude il Festival dell'Economia di Trento. Una compattezza necessaria per far sentire alla politica la voce e le istanze del mondo delle imprese alla quale Orsini manda subito un messaggio forte e chiaro sul Superbonus: la sua cancellazione non sia retroattiva.
Un intervento programmatico, quello di Emanuele Orsini al panel 'Le priorità del nostro tempo: competitività, transizione energetica e certezza del diritto', che chiude il festival dell'Economia di Trento. Parole che dettano la linea futura di Confindustria, caratterizzata dalla compattezza con cui portare avanti le proprie posizioni con governo e opposizioni.
"Parleremo a entrambi" spiega, infatti, alla platea che, nei giorni scorsi, ha ascoltato le parole delle due parti politiche del Paese, con gli interventi della presidente del Consiglio Meloni e della leader dell'opposizione Schlein. Facendo valere le esigenze del mondo industriale.
E un primo esempio di questa forza Orsini lo dà immediatamente toccando il tema molto dibattuto del Superbonus, introdotto dal governo di Giuseppe Conte e ora fortemente ostracizzato dalla maggioranza di centrodestra che si appresta a cancellarlo.
Orsini non è contrario alla sua fine ma avverte l'esecutivo sulle modalità con cui ciò avverrà.
Ma la voce di Confindustria punta a farsi sentire anche in Europa, con Orsini che esprime chiaramente la sua visione in merito al dibattito tra sviluppo industriale e tutela dell'ambiente, che chiama in causa la transizione energetica.
Un processo necessario ma che l'Europa deve portare avanti senza mettere a rischio lo sviluppo produttivo.
E la stessa lungimiranza viene invocata quando si parla di nucleare. Orsini si dice favorevole a quello di ultima generazione ma avverte che sarà effettivamente disponibile solo tra qualche anno e chiede, quindi, "un'energia unica europea" per garantire alle imprese l'energia necessaria nel frattempo.
Parla anche dei lavoratori, componente fondamentale e spesso dimenticata del comparto industriale, contrapposta opportunisticamente da certa politica proprio con il mondo imprenditoriale.
Toccando la questione dei contratti, Orsini allontana le polemiche sul salario minimo - "Non è un problema di Confindustria" - e si concentra, ancora, sul dialogo che sarà necessario instaurare.
Il numero uno di Confindustria conclude il suo ragionamento chiedendo al governo un piano Casa necessario e, denuncia, attualmente assente che rappresenta "una parte di welfare importante". In particolare, quando sottolinea i costi troppo elevati degli affitti.
Orsini annuncia che, anche su questo, Confindustria farà "una proposta velocemente al governo".