Si avvicinano le Europee, previste per il prossimo 8 e 9 giugno 2024, e con queste fioccano le proposte e i botta e risposta dell'uno o dell'altro candidato. Nel marasma di campagne elettorali, però, emerge un tema da sempre molto dibattuto: la gestione dei migranti. Ecco perché Open Arms ha lanciato un appello ai candidati alle elezioni europee 2024, una proposta per un "vero impegno politico congiunto" spiegata ai giornalisti di TGA24 dall'advocacy officer di Open Arms, Valentina Brinis.
Sono 5 i punti della proposta avanzata dalla ONG Open Arms ai candidati e candidate alle Elezioni Europee 2024. Spunti fondamentali che stabilire un vero impegno politico sulla ricerca e il soccorso in mare.
Al momento, sono circa una ventina i sottoscrittori e le sottoscrittrici che hanno fatto propri e condiviso questi punti. Fra questi la capolista del Pd Elly Schlein insieme a Cecilia Strada, Camilla Laureti, Giuditta Pini, Antonella Parigi e ai piddini Marco Pacciotti e Marco Tarquinio. Dal partito Stati Uniti d'Europa, invece, arrivano le adesioni di Antonella Soldo, Alfonso Maria Gallo, Eric Jozsef, Marco Taradash e Manuela Zambrano.
Condivisioni anche dai M5S (Giacomo Zattini), Alleanza Verdi e Sinistra (Christian Raimo, Suad Omar, Massimiliano Smeriglio), Azione (Federica Valcauda e Daniele Nahum) e dal partito di Santoro Pace, Terra e Dignità (Maurizio Acerbo, Paolo Maria Della Ventura, Tiare Gatti Mora e Elettra Stamboulis).
Come conferma Valentina Brinis ai giornalisti di TAG24, non sempre in passato c'è stato un dialogo "positivo" con i partiti e, in generale, i governi di centrodestra:
"Purtroppo, c'è sempre chi ci considera dei nemici, così come ci sono sempre delle altre parti, che, invece, ci considerano degli interlocutori. Fra i nostri obiettivi c'è quello di ampliare la parte e il numero di persone che ci considerano in positivo. Anche perché a livello processuale, in tutte le sedi, abbiamo dimostrato che quelle accuse, che molto spesso ci sono state rivolte, in realtà, sono inesistenti o infondate. Questo deve essere un punto di forza per le Istituzioni, perché devono sapere che noi siamo degli stakeholder validi, accreditati e credibili, soprattutto, perché nel Mediterraneo centrale manteniamo una presenza costante"
Sono migliaia i migranti che ogni anno perdono la vita nel tentativo di attraversare il Mediterraneo centrale. Corpi sprofondati nelle acque che bagnano le coste italiane, vite distrutte che cercano salvezza. Eppure gli hotspot sono sempre pieni e i governi non sanno come gestire la problematica.
È con tutto ciò in mente che Open Arms ha varato la proposta rivolta ai candidati e alle candidate alle prossime Elezioni Europee 2024.
D: In cosa consiste nello specifico il vostro appello?
R: Il cappello alle proposte, che abbiamo avanzato alle candidate e candidati europei, è che teniamo molto alla collaborazione con le Istituzioni. Auspichiamo che il nostro lavoro - e anche quello che osserviamo durante le nostre operazioni nel Mediterraneo - sia proficuo nella realizzazione di politiche migratorie più attente alla salvaguardia e alla tutela delle persone che tentano di attraversare le frontiere.
Nello specifico, si tratta di proposte che hanno come priorità la salvaguardia della vita in mare. Questo è anche il principale obiettivo di tutte le missioni che portiamo avanti. Dunque, intendiamo la predisposizione di un fondo ad hoc per mettere a punto una missione europea di ricerca e soccorso nel Mediterraneo centrale. Ancora oggi vediamo, purtroppo, che il numero di persone che non riescono ad attraversare quella rotta migratoria è altissimo. Ma in generale è alto anche il numero di persone che quella rotta ha l'esigenza di attraversarla.
In questo senso facciamo le altre proposte: ovvero, che si trovino e vengano messe a punto delle vie alternative a questi viaggi molto pericolosi. Ad esempio, programmi di resettlement, corridoi umanitari, evacuazioni. Nelle nostre proposte, però, andiamo ancora a monte. Chiediamo che ci sia un'accessibilità maggiore ai visti per l'Europa, perché c'è un altissimo tasso di rigetti dei visti europei per chi cerca di richiederli. Ci teniamo perché è un modo, già da ora, per lavorare insieme, così, quando ci sarà una nuova composizione parlamentare, avremo già dei referenti.
D: Avete avuto qualche riscontro relativamente alla proposta?
R: Sì, abbiamo avuto già una ventina di sottoscrittrici e sottoscrittori fra le persone candidate. Principalmente dal partito del Pd, Stati Uniti d'Europa e Alleanza Verdi Sinistra. Con alcuni di loro, che si stanno ricandidando in questa tornata elettorale, abbiamo già avuto modo di collaborare nella precedente legislatura, quindi, conoscono le proposte e non hanno avuto difficoltà a condividerle, perché ne riconoscono l'importanza. Diciamo che a ogni legislatura viene messo un tassello, però ancora tanto c'è da fare.
Tuttavia, il fatto così tante persone abbiano deciso di aderire al nostro appello significa che non solo condividono questi punti, ma anche condividono l'importanza di mettere a punto delle politiche di questo genere. Ci teniamo a precisare che nella macro visione europea che vorremmo condivisa sta un passaggio fondamentale: quando si parla di gestione dei flussi migratori ci si focalizzasse un po' meno sul tema della protezione dei confini e si parlasse di più di come gestire i flussi.
Tenendo presente che le persone hanno bisogno di vedersi garantiti i diritti umani fondamentali. Soprattutto, nel momento in cui si trovano in una situazione di bisogno e anche di irregolarità nell'attraversare le frontiere. Questo per noi è un punto cruciale e abbiamo visto che c'è stato un ricco interesse rispetto al documento che abbiamo condiviso.