In oltre cinquant'anni di carriera politica, poche volte Vincenzo De Luca, a cui fin dai tempi della militanza nel Pci è stato riconosciuto un carattere esuberante contro gli avversari politici (per utilizzare un eufemismo), si è trovato così sulla difensiva quanto oggi, il giorno dopo il saluto che gli ha riservato la premier Giorgia Meloni a Caivano.
Ieri, 28 maggio 2024, nel corso delle celebrazioni istituzionali per l'inaugurazione del nuovo centro sportivo di Caivano intitolato a Pino Daniele, Giorgia Meloni si è avvicinata al Presidente della giunta regionale campana dicendogli: "Presidente, sono quella stronza della Meloni. Come sta?". La premier ha pronunciato questa frase ricordando come De Luca l'aveva etichettata a metà febbraio scorso, quando aveva organizzato una marcia su Roma dei sindaci del Sud per protestare contro l'autonomia differenziata e sbloccare i fondi di sviluppo e coesione. Dopo essere stato respinto da tutti i palazzi del potere centrale, in un fuorionda, la etichettò come "stronza". Ma oggi, dopo aver dato del "Pippo Baudo" al parroco anticamorra di Caivano, don Maurizio Patriciello, il giorno dopo la vendetta servita come un piatto freddo dalla premier, De Luca come ha tentato di venire fuori dall'angolo? Interpellato dai giornalisti, l'ha messa così:
Tanto per la cronaca, poi, Il Governatore della Campania, dopo aver dato la sua versione del saluto irrituale con la premier, anche oggi, 29 maggio, è passato ad attaccare il Governosulla sanità, la gestione el bradisismo ai Campi Flegrei, il lavoro e il blocco dei fondi di coesione.
Ma non è tutto: De Luca ha anche tentato di smontare la narrazione del Governo che definisce il suo intervento su Caivano come modello nazionale: