Una volta per le opposizioni andava di moda l'Aventino, vale a dire l'abbandono in massa dell'aula in cui si teneva una votazione su un provvedimento che si osteggiava fortemente. Oggi, invece, 29 maggio, per le prime votazioni sulla riforma costituzionale del premierato, ha preso piede un nuovo tipo di protesta: la protesta della giacca.
Quando all'ordine del giorno del Senato è arrivata la riforma costituzionale del premierato, gli animi tra maggioranza e opposizione si sono subito accesi fino a sfociare in una rissa che ha visto protagonista due parlamentari. Poi, mentre erano ancora in corso la discussione e la votazione degli emendamenti all'articolo 3 della riforma costituzionale, le opposizioni, da Alleanza Verdi e Sinistra fino a Italia Viva, passando per Pd e M5S, hanno messo in atto una protesta simbolica: tutti i senatori uomini si sono tolti la giacca rimanendo in manica di camicia. Indossare la giacca in Parlamento è obbligatorio per gli uomini, sia alla Camera che al Senato. Che senso ha voluto avere, quindi, questa protesta?
Chi ha spiegato il senso politico della protesta delle giacche andata in scena oggi al Senato da parte di tutte le opposizioni quando si stava votando la riforma costituzionale del premierato è stato il responsabile riforme del Pd, Alessandro Alfieri:
Ma come ha reagito la maggioranza di centrodestra davanti alla protesta della giacca? Un esempio è stato il post sui social del gruppo di Forza Italia al Senato: