Cos’è il freezing? Potrebbe esserci il meccanismo del freezing alla base della tragedia del fiume Natisone. Le tre vittime non avrebbero reagito in tempo all’emergenza per un fenomeno psicologico che si attiva davanti ad una situazione di estremo pericolo.
Vediamo più nel dettaglio perché questo meccanismo si innesca nel nostro cervello e di fatto blocca qualsiasi movimento fisico.
Il freezing è una reazione istintiva del nostro organismo davanti a una situazione di estremo pericolo o stress elevato. Può essere tradotto in maniera letterale con "congelamento" ma sarebbe più corretto parlare di pietrificazione davanti alla paura per spiegare questa azione.
Generalmente infatti si è soliti pensare che la psiche umana, davanti ad una situazione di pericolo, reagisca secondo la regola "combatti o fuggi". In pratica istintivamente il nostro cervello analizza se possiamo affrontare e superare l'emergenza che ci si pone davanti e attiva il nostro corpo a far fronte all'avversità. In caso contrario la reazione sarà quella di scappare per mettersi in salvo.
Il freezing è invece un processo alternativo. Davanti alla forte condizione di rischio di sopravvivenza, il soggetto ne è completamente sopraffatto e reagirebbe inconsciamente pietrificandosi. La paura di poter perdere la vita e al tempo stesso la consapevolezza di non poter vincere l'emergenza conduce ad uno stato di immobilismo, rifuggendo così qualsiasi azione.
Il freezing quindi non è un comportamento volontario ma si attiva come reazione istintiva e irrazionale.
L'immobilismo può portare però a conseguenze fatali poiché anche il solo non spostarsi dalla propria posizione aumenta il rischio di sopravvivenza. Sebbene non ci siano prove, è altamente probabile che la tragedia accaduta fiume Natisone nei pressi di Premariacco possa essere stata causata da questo fenomeno psicologico, con almeno uno dei ragazzi coinvolti letteralmente paralizzato dal panico.
Se fisicamente assistiamo alla paralisi del soggetto, dal punto di vista psicologico-emotivo il freezing innesca un fenomeno dissociativo rispetto all'ambiente circostante.
In pratica l'individuo non sarebbe più in grado di capire di trovarsi in una situazione di estrema emergenza e non reagirebbe allo scopo di mettersi in salvo. Pertanto il freezing è una risposta anomala del nostro apparato cognitivo davanti alla paura.
Quando questa emozione primordiale diventa eccessiva può infatti paralizzare il soggetto bloccando ogni sua azione per tentare di superare il pericolo. In pratica l’enorme livello di paura produce un blocco mentale che impedisce di reagire in modo tempestivo.
Tuttavia non tutte le situazioni di emergenza innescano il freezing. Nella maggior parte dei casi questo irrazionale atteggiamento è causato da un forte trauma o da una condizione di pericolo estremo.
Non sarebbe in generale collegato al carattere più o meno coraggioso dell’individuo ma si attiverebbe esclusivamente come risposta involontaria davanti ad un evento straordinario o improvviso.
Per capire cos'è il freezing bisogna capire che si manifesta con alcuni tipici sintomi mentali e fisici. È indispensabile conoscere come questi si palesano per poter capire se un soggetto è colpito da questo disturbo e di conseguenza come aiutarlo.
Uno dei primi segnali è il cambiamento al normale flusso della respirazione. L’individuo tende infatti a respirare in maniera meno profonda e anche a trattenere il respiro.
Si può poi osservare un’apparente calma, un anomalo rallentamento del battito cardiaco e di conseguenza un raffreddamento delle estremità di mani e piedi per lo scarso apporto sanguigno. È esattamente dunque ciò che accade davanti ad una situazione di pericolo quando il nostro organismo aumenta il ritmo cardiaco per poter permettere al corpo di reagire fisicamente al pericolo.
Al contempo anche la vista può apparire irregolare: spesso si verifica la dilatazione delle pupille, un minore attenzione per gli oggetti vicini e una diminuzione di concentrazione.
L’anomalia dei sensi si espande anche a livello uditivo ma in questo caso la percezione diviene aumentata perché inconsciamente cerca di sopperire alla mancanza della vista.
Il primo passo per riacquistare il controllo completo delle nostre funzioni cognitive e fisiche è mettere in atto esercizi di respirazione profonda e ritmata. Ciò favorisce il rilassamento muscolare, la stimolazione cardiaca e tiene sotto controllo lo stato di forte panico.
In maniera più generale invece si possono adottare pratiche periodiche di meditazione e mindfulness in modo da preparare l’organismo ad una reazione più consapevole davanti ad un evento traumatico.
L’obiettivo di queste tecniche è soprattutto quello di aiutare la concentrazione davanti ad una situazione anomala senza farsi sopraffare dall’agitazione.