E’ ripresa questa mattina -13 giugno 2024 - nell’Aula della Camera dei Deputati la discussione del Dl Calderoli sull’Autonomia differenziata in un clima di forte tensione dopo la rissa che ieri sera ha coinvolto alcuni deputati di maggioranza e opposizione e nel corso della quale il deputato del Movimento Cinquestelle, Leonardo Donno è stato aggredito.
In Aula l’opposizione ha contestato il verbale della seduta del giorno precedente riportante ricostruzione di quella che l'opposizione ha definito un'aggressione squadrista nei confronti del deputato pentastellato.
Intanto nel pomeriggio si è riunito l’ufficio di presidenza per discutere l'accaduto e decidere eventuali provvedimenti disciplinari. Nel pomeriggio il presidente della Camera, Lorenzo Fontana ha convocato 12 deputati di maggioranza e opposizione.
Al Senato, intanto, le senatrici dell'opposizione hanno occupato l'Aula dove era in corso la discussione sulla Riforma del Premierato.
All’ordine del giorno della seduta odierna della Camera c’era il prosieguo della discussione generale sull’Autonomia Differenziata, ma di tutto si è discusso tranne che della riforma. All'apertura dei lavori i partiti di opposizione hanno contestato compatti il verbale della seduta di ieri e in particolare la ricostruzione in esso contenuta dei ‘disordini’ scoppiati nella serata, quando il deputato dei Cinquestelle, Leonardo Donno, ha cercato di consegnare un Tricolore al Ministro Roberto Calderoli.
Ed è proprio il termine ‘disordini’ che non è piaciuto ai deputati d’opposizione che hanno chiesto che tale parola venisse sostituita con il termine 'aggressione'. Nel resoconto della seduta, infatti, nel descrivere quanto avvenuto ieri sera in Aula si parlava in maniera generica di disordini.
La questione è stata messa al voto e la maggioranza ha votato contro la richiesta di sostituire la parola "disordini" con "aggressione". Si è proceduto, poi, alla votazione sul verbale contenente la parola "disordini", che invece è stato approvato.
Il presidente di turno, Sergio Costa, nell'atto di firmare il verbale ha dichiarato:
Poco dopo le 12,00, infine, a seguito dell'intervento del deputato Cinquestelle, Riccardo Ricciardi l'opposizione ha intonato "Bella Ciao" e si è alzato il coro "fuori i fascisti dal Parlamento". La seduta è stata sospesa concludendo così una mattinata complessa.
La seduta sarebbe dovuta riprendere alle 15, ma, così non è stato per il protrarsi della riunione dell'ufficio di Presidenza. Nel corso del pomeriggio, infatti, il Presidente della Camera, Lorenzo Fontana ha convocato dodici deputati: Enzo Amendola (Pd), Enzo Amich (FdI), Stefano Candiani (Lega), Gerolamo Cangiano (FdI), Leonardo Donno (M5S), Andrea Gnassi (Pd), Igor Iezzi (Lega), Federico Mollicone (FdI), Arturo Scotto (Pd), Claudio Michele Stefanazzi (Pd), Nicola Stumpo (Pd) e Domenico Furgiuele.
Dopo una riunione-fiume dell'ufficio di presidenza, convocata alle 13 e caratterizzata da numerose fasi di stallo, fino a una richiesta di rinvio avanzata dalla maggioranza verso le ore 17:30, è arrivata la decisione del presidente della Camera Lorenzo Fontana in merito alla rissa scoppiata ieri.
Fontana ha comminato le seguenti sanzioni:
Il Senato ha approvato gli articoli 7 e 8 della Riforma del Premierato e ha concluso l'esame degli emendamenti. Martedì pomeriggio ci sarà il voto finale per il primo via libera della riforma costituzionale. Le votazioni si sono svolte senza l'opposizione che ha abbandonato l'aula per protesta.
La giornata al Senato non era cominciata nel migliore dei modi. Prima era venuto meno il numero legale e si era dovuta sospendere la seduta, poi una volta ripresa intorno alle 11,15 è andata in scena la protesta del Movimento 5 Stelle e degli altri partiti dell'opposizione per quanto accaduto ieri sera alla Camera con la rissa e l'aggressione ai danni del deputato Leonardo Donno. Le senatrici dell'opposizione avevano occupato i banchi del Senato rendendo necessaria la sospensione della seduta.
Seduta che è ripresa nel pomeriggio con l'approvazione degli ultimi due articoli della riforma e degli ultimi emendamenti.