il campo largo colpisce ancora. Ci permettano questa parafrasi i puristi della Saga di Guerre Stellari, che ci sembra la più congeniale per descrivere quanto sta accadendo negli ultimi giorni nel fronte contrapposto al governo Meloni. La doppia approvazione, a distanza di poche ore, delle riforme del premierato e dell'autonomia differenziata, ha risvegliato le sinergie latenti in quello che, un tempo, veniva definito il 'campo largo', con l'opposizione che si è ritrovata compatta nell'impegno per il referendum abrogativo.
Dal Pd a Italia viva, da Avs al M5S, fino ad Azione e +Europa, tutti i partiti di opposizione si sono esposti per la raccolta firme referendaria che dovrà, nelle intenzioni, portare all'abrogazione del ddl Calderoli.
Dopo un lungo periodo di distanze incolmabili, favorite anche dal clima della campagna elettorale per le Elezioni europee in cui ognuno ha corso per sé, il cosiddetto 'campo largo' sembra ritrovarsi finalmente compatto nel suo 'no' al piano riformistico del governo.
A essere contestati sono sia la sostanza delle misure approvate dall'esecutivo - un premierato che mette a rischio l'equilibrio dei poteri costituzionali e un'autonomia che alimenta le disuguaglianze nel Paese - sia la forma. All'opposizione non è andata giù la 'seduta fiume' alla Camera per approvare, alle prime luci dell'alba di oggi, 19 giugno 2024, il ddl Caleroli sull'autonomia differenziata.
Un'umiliazione del Parlamento, tuonano i rappresentanti della minoranza, che la maggioranza ha imposto per impedire 'colpi di mano' e controllare che il "baratto", come definito da molti lo scambio sulle riforme, andasse a buon fine.
Contro questi metodi e contro l'impianto delle riforme, le opposizioni mettono da parte differenze e diffidenze e scendono in campo per proseguire la battaglia con la raccolta firme per il referendum.
Lo ha detto, anzitutto, lo stesso Partito democratico, attraverso le parole di Francesco Boccia, presidente dei senatori del Pd:
Il referendum è, dunque, visto come una priorità da parte di tutte le forze di opposizione che, nelle ultime ore, tra dichiarazioni ufficiali o richiami sui social, promettono l'impegno nella raccolta delle firme.
Lo fa Luana Zanella di Alleanza Verdi e Sinistra, che promette di iniziare immediatamente i lavori per determinare il quesito referendario da sottoporre ai cittadini. A stretto giro, poi, arrivano anche le parole dei capigruppo di Camera e Senato del Movimento 5 Stelle, rispettivamente Francesco Silvestri e Stefano Patuanelli. Il primo si scaglia contro un'autonomia che condanna "il futuro di milioni di cittadine e cittadini che vivono in aree svantaggiate", mentre il secondo sottolinea come "l'unità nazionale non è un gioco di partito per tenere in piedi una maggioranza".
Per chiudere il fronte dei partiti di opposizione che già si erano ritrovati ieri, 18 giugno 2024, in piazza Santi Apostoli, ecco infine Riccardo Magi di +Europa che su Twitter chiede, inoltre, all'esecutivo di approntare la piattaforma per la raccolta firme digitali.
Maggioranza e governo hanno forzato la mano, umiliando ancora una volta il Parlamento e approvando alla Camera l’Autonomia differenziata, un disegno raffazzonato che creerà solo squilibri tra le Regioni, che non ha nulla a che fare con il vero federalismo e che rappresenterà… pic.twitter.com/ZYFD5XI0Sv
— Riccardo Magi (@riccardomagi) June 19, 2024
Tra coloro che, invece, avevano disertato la piazza c'era Italia viva di Matteo Renzi che, pur senza citare mai le altre forze di opposizione, chiede anche lui ai suoi sostenitori la partecipazione alla raccolta firme.
Chiederò alle oltre duecentomila persone che hanno messo il mio nome sulla scheda elettorale di firmare il referendum abrogativo contro l’autonomia differenziata. È un provvedimento che non serve al nord e che fa male al sud.
— Matteo Renzi (@matteorenzi) June 19, 2024
Una follia istituzionale.
Parole simili a quelle pronunciate da Ettore Rosato di Azione, che vede nel referendum il muro contro cui "si schianteranno" le riforme del governo.