Si allunga la sofferenza in carcere della Premio Nobel per la Pace, Narges Mohammadi per aver definito "illegali" le Presidenziali del prossimo 28 giugno 2024 in Iran. L'attivista è stata già condannata a un altro anno di carcere per aver chiesto di boicottare le elezioni tenutesi lo scorso marzo.
Continua a lottare per il suo Paese da dietro le sbarre della sua cella l'attivista iraniana Narges Mohammadi. La vincitrice del Nobel per la Pace 2023 ha invitato i suoi concittadini a boicottare le prossime Elezioni Presidenziali, programmate per il 28 giugno 2024.
Senza mezzi termini, la donna ha ribadito la sua contrarietà a partecipare a elezioni "illegali" in un comunicato trasmesso attraverso la sua famiglia:
Nonostante la sentenza emessa da un tribunale di Teheran, martedì scorso, 18 giugno 2024, che ha aggiunto un altro anno alla sua già lunga condanna, l'attivista 52enne non si è persa d'animo e ha denunciato le false elezioni.
La donna ha dichiarato che il popolo iraniano vive sotto lo stretto controllo di un regime del terrore e della repressione, per cui le votazioni sono solamente un modo subdolo e nascosto di "consolidare il potere e la tirannia".
Il governo iraniano, infatti, userebbe la "violenza per rimanere al potere" e "queste elezioni non daranno legittimità alla Repubblica isclamica", ha detto l'attivista, che sta scontando una pena di 13 anni e tre mesi di reclusione e 154 frustate per le sue attività definite dal regime come "sovversive e propagandistiche".
Alle elezioni parlamentari di marzo hanno vinto gli ultraconservatori, sebbene l'affluenza alle urne sia stata estremamente bassa (41%). Alle Presidenziali, tuttavia, i candidati in corsa sono il favorito Mohamad Baqer Ghalibaf, presidente del Parlamento e ultraconservatore Saeed Jalili e il riformista Masoud Pezeshkian.