È un post lunghissimo quello pubblicato dall'eurodeputata di Avs Ilaria Salis sui social in cui parla della sua esperienza all'interno di una casa occupata e risponde alle accuse degli ultimi giorni e del presunto debito da 90mila euro ad Aler, la società che gestiva casi popolari a Milano. Salis aveva ammesso che in passato aveva abitato in uno stabile occupato ma oggi commenta in maniera critica per la prima volta le accuse che le sono state rivolte.
"Nessun occupante vuole esserlo" questo è in sintesi il lunghissimo messaggio di Ilaria Salis sulle accuse di aver occupato una casa a Milano. La neo-eurodeputata ha detto di aver fatto parte in passato di movimenti per il diritto ad abitare, Salis riporta le cifre della situazione nella provincia di Milano e denuncia che quando viene occupata una casa non assegnata, l’accusa di sottrarre il posto a una persona in lista d’attesa non regge:
Vivere in una casa occupata non è qualcosa da furbetti, spiega in apertura del post Salis e dice che questa esperienza è logorante e costringe una persona a vivere quotidianamente nella paura di trovarsi senza un tetto sopra la testa. Poi l'attacco all’art.5 del decreto Lupi del 2014 per cui un occupante non può più avere la residenza e i diritti ad essa legati: