Ci prova in tutti i modi, la premier Giorgia Meloni, a ribattere all'immagine che le opposizioni le hanno cucito addosso, di politica insensibile e che ha a cuore più gli interessi dei datori di lavoro che dei dipendenti, ma non appena si presentano sulla scena Antonio Tajani e Matteo Salvini sono dolori.
Alle comunicazioni alla Camera di oggi 26 giugno 2024, quelle prima del Consiglio europeo, si ricordava il bracciante indiano Satnam Singh, morto a Latina la settimana scorsa. Mentre i deputati si alzano per un applauso in ricordo di Singh, Tajani e Salvini restano seduti, fino a quando la stessa Meloni non li bacchetta invitandoli ad alzarsi.
Un momento che voleva essere solenne ma che alla fine fa sbottare anche la premier Meloni. Prima di un Consiglio europeo che promette di essere decisivo per la posizione europea dell'Italia, Meloni è passata oggi 26 giugno 2024 per le comunicazioni al riguardo alla Camera.
Naturalmente sono stati diversi gli argomenti toccati nel discorso della premier, che non ha mancato anche di ricordare Satnam Singh, il bracciante indiano morto il 17 giugno a Latina. Meloni ha cercato di esprimere il proprio cordoglio, affermando che ciò che è successo dà l'immagine peggiore dell'Italia.
Peccato che a rovinare l'alto momento siano arrivati Matteo Salvini ed Antonio Tajani. I leader di Lega e Forza Italia, altresì vicepremier, non hanno mosso un muscolo quando in Aula i deputati presenti si sono alzati per un lungo applauso in ricordo di Singh.
Restando fermi i due vicepremier, Meloni si è visibilmente irritata e con la sua caratteristica parlata in romanesco chiede in modo imperioso a Salvini e Tajani di alzarsi:
I due vicepremier in più sono lenti anche ad applaudire, unendosi in ritardo agli applausi dei colleghi alla Camera.
Il rapporto dell'autopsia effettuato sul cadavere di Singh ha evidenziato come le azioni del titolare dell'azienda per la quale lavorava (in condizioni a dir poco aberranti) abbiano contribuito grandemente al decesso del bracciante. Le polemiche in tal caso non potevano mancare, non soltanto contro la crudeltà del datore di lavoro ma anche contro il fenomeno del caporalato.
Nonostante la pessima abitudine, in Italia, di ricordarsi di questo fenomeno criminale ogniqualvolta c'è un fatto di cronaca anche grave, la premier Meloni ha promesso un inasprimento delle pene e alla Camera ha rivolto questo messaggio:
Il segretario della Fai-Cisl Onofrio Rota si dice d'accordo con l'impianto generale promesso da Meloni, ma chiede che le attenzioni contro il caporalato siano continue: