'Berlusconi' e 'sinistra' non sono termini che vanno molto d'accordo, nella storia politica e sociale italiana degli ultimi trent'anni. Vederli vicini, dunque, fa scalpore e sono destinate, dunque, a far discutere le parole pronunciate oggi, 26 giugno 2024, da Marina Berlusconi in un'intervista al Corriere della Sera in merito alla questione dei diritti civili. La primogenita di Silvio Berlusconi, fondatore di Forza Italia, che molti vorrebbero sua erede politica come pilastro del centrodestra, ha sostenuto, infatti, di essere "più vicina" alle posizioni della "sinistra di buon senso" su temi come aborto e diritti della comunità Lgbtqia+.
Una distanza netta su una questione specifica marcata dalla presidente del gruppo editoriale Mondadori, un mese fa nominata Cavaliere del Lavoro dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Una presa di posizione su temi sensibili che vedremo come sarà presa dalla maggioranza di governo che proprio su questi argomenti ha dimostrato di avere posizioni altrettanto forti ma certamente diverse da quelle espresse da Marina Berlusconi.
Nelle parole di quest'ultima permane un giudizio positivo dell'esecutivo sulla politica estera e gli equilibri europei ma questo non esclude il suo essere "meno d'accordo" sul resto:
La 'libertà', dunque, come faro e punto di riferimento per le sue posizioni. Di certo non un radicalismo che non appartiene all'imprenditrice 57enne.
Altra delusione per il centrodestra arriva quando la presidente Mondadori ribadisce il suo rifiuto a qualsiasi forma di partecipazione diretta alla vita politica del Paese ("No, né oggi, né in futuro"). Tuttavia, la Berlusconi assume i toni di una vera leader di partito quando commenta l'attuale panorama geopolitico, messo in crisi dalle guerre in corso e da quello che definisce "un nemico interno" e cioè la contestazione crescente della cultura occidentale, messa a rischio da estremismi, in Europa come negli Stati Uniti.
Una "terribile crisi d’identità" per la quale la figlia del Cavaliere chiede una presa di coscienza da parte dei Paesi europei. Anche su questo punto e nonostante le parole di apprezzamento dette poco prima, la direzione prospettata dalla Berlusconi appare dissonante rispetto alla la linea del governo. Secondo lei, infatti, dovrebbe essere orientata a un rafforzamento delle istituzioni comunitarie, piuttosto che a una loro frammentazione. Siamo lontani, dunque, da posizioni di un Viktor Orban, ad esempio, leader ungherese vicino alla premier Meloni.
Perché, conclude convinta Marina Berlusconi, "l’Europa può essere la nostra salvezza, oppure, attenzione, la nostra rovina".