Giornata di dichiarazioni quella di oggi 26 giugno 2024 per Alessandro Di Battista. L'ex pentastellato, dopo aver lasciato il M5S, ha avviato la sua carriera di scrittore e giornalista, sempre critico contro le censure dei media.
La notizia della liberazione di Julian Assange lo ha reso ovviamente contento e nelle parole rilasciate ai giornalisti fuori la sede della Stampa Estera a Roma ricalcano le sue idee: "Ora se ne parla perché è un argomento sdoganato, ma nessuno ha detto nulla sulla Guantanamo britannica".
Infine anche una stoccata a quei giornali che parlano di un ritorno di Di Battista nel M5S: "Sono fake news".
La giornata di oggi 26 giugno 2024 verrà ricordata come la fine della lunga ordalia giudiziaria che ha coinvolto Julian Assange: la sua liberazione è stata salutata da molti, in Italia e all'estero, come la miglior rappresentazione di ciò che il giornalismo d'inchiesta riesce a fare nonostante le difficoltà e le calunnie create dai poteri politici.
Chi di sicuro non nasconde la sua contentezza è Alessandro Di Battista, giornalista, scrittore ed ex membro del M5S, uno dei più importanti nella fase delle piazze piene e dei "Vaffa Day". Dopo essersene andato in maniera polemica, Di Battista non ha mai lesinato critiche alla gestione di Di Maio e di Conte del partito, senza però fargli concorrenza con un proprio soggetto politico.
A margine di un incontro avvenuto presso la sede della Stampa Estera a Roma, sempre oggi, Di Battista bacchetta la stampa italiana che per anni si è uniformata alla vulgata colpevolista riguardo Wikileakes ed Assange, trattando poco della sua vicenda giudiziaria:
A quest'atto di accusa si aggiunge anche la stoccata finale:
Il secondo argomento trattato da Di Battista è il suo possibile ritorno nel M5S. Andatosene in modo polemico, così come Luigi Di Maio qualche tempo fa (e nemmeno i rapporti fra i due sono buoni), Di Battista ha nel frattempo mantenuto fra i grillini più nostalgici una certa aura di "grillismo duro e puro", che non è sceso ai compromessi.
Da qui a costituire però un ostacolo alla leadership di Giuseppe Conte ce ne passa, considerato anche che lo stesso Di Battista non sembra aver alcun interesse in questo momento nel tornare in un partito che spesso ha accusato di non riconoscere più. Il progressivo schierarsi del M5S nel campo progressista (cioè in appoggio al PD) non è una cosa che ha fatto piacere a tanti e la sconfitta pentastellata alle ultime Europee ha acuito i disagi.
Il grillismo delle origini torna a battere forte nelle parole di Di Battista, specie quando accusa alcuni quotidiani (segnatamente Repubblica) di spacciare fake news come indiscrezioni sul suo ritorno al M5S:
Una differenza fra Di Maio e Di Battista è che il primo, nel 2022, tentò di costituire un partito per correre alle elezioni politiche. Lo scrittore, dal canto suo, non ha voglia di seguirne le orme:
Uno degli argomenti, infine, sul quale molto si è speso in questi mesi Di Battista è stato il conflitto che oppone Hamas ad Israele. Una guerra che ha mietuto migliaia di vittime (per lo più palestinesi), tantissimi feriti ed uno stallo diplomatico che ha creato scompiglio e fratture anche nella politica interna di altri paesi.
In Italia le proteste di tanti collettivi studenteschi hanno chiesto non soltanto agli atenei di rompere i rapporti di collaborazione con gli istituti israeliani che fanno ricerca anche in campo bellico, ma anche al governo italiano di prendere una posizione più chiara su ciò che bisogna fare per garantire alla Palestina il diritto all'autodeterminazione e ad Israele quello della propria difesa.
Di Battista ha promesso di portare, venerdì 28 giugno, una raccolta firme con ben 78mila nominativi, segnale che la sua idea e la sua attività ha un grande seguito:
L'ex grillino così indica che il governo Meloni pecchi di viltà e non consideri adeguatamente cosa stia succedendo nella Striscia di Gaza: