16 Jul, 2024 - 16:22

Decreto liste d'attesa, Schlein contro Meloni: "Più preoccupata di tenere a galla il governo che della salute degli italiani" | VIDEO

Decreto liste d'attesa, Schlein contro Meloni: "Più preoccupata di tenere a galla il governo che della salute degli italiani" | VIDEO

Si consuma sulla sanità il nuovo scontro tra le due leader della politica italiana. Intervenuta oggi, 16 luglio 2024, in conferenza stampa al Senato, la segretaria del Pd Elly Schlein ha attaccato il governo Meloni sul decreto liste d'attesa.

Contestata nuovamente l'assenza di risorse investite sulla questione "che preoccupa di più gli italiani" e il muro alzato contro la proposta dem proprio a tutela della sanità pubblica. Tutto, accusa la segretaria, per tenere a galla l'esecutivo.

Decreto liste d'attesa, Schlein in conferenza stampa al Senato: "Nessun investimento, italiani presi in giro"

Sguardo serio, anzi serissimo e toni concitati, come vuole il tema della sanità pubblica. Una questione che la segretaria del Partito democratico Elly Schlein definisce "drammatica" in apertura del suo intervento alla conferenza stampa convocata dal Pd in Senato.

Quello che era stato presentato, poco più di un mese fa, dalla stessa presidente del Consiglio Meloni come un provvedimento capace di porre fine alle lunghe attese della sanità, viene definito dalla rivale democratica un "decreto fuffa" perché un simile risultato, senza alcun investimento, è semplicemente irrealizzabile, oltre a rappresentare una presa in giro degli italiani.

Sono i numeri a confortare la tesi di Schlein, che ricorda i reparti che si stanno svuotando, con 21mila medici emigrati all'estero e moltissimi altri che sono andati nel settore privato. Scelte dovute ai "turni massacranti" che sono costretti a subire, ricevendo in risposta dal decreto del governo la paradossale proposta di incentivi agli straordinari.

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"Basterebbe parlare con un medico, un infermiere per rendersi conto che, per un anno e mezzo, questo governo non ha avuto alcuna intenzione di evitare lo smantellamento della sanità pubblica. Anzi, lavorano in quella direzione, non c'è altra spiegazione".

La segretaria dem: "Governo spaccato litiga anche con le regioni sulla sanità, votino la nostra proposta di legge"

La difficoltà dell'esecutivo sulla materia trova, per Schlein, la sua conferma nelle spaccature interne scaturite dalla misura, tra l'emendamento abrogativo della Lega e il contrasto aperto con le regioni, con queste ultime - "molte governate dalla destra", fa notare non senza malizia la segretaria del Pd - che hanno bocciato il testo.

Regioni che, in alcuni casi - Schlein cita il Piemonte e le Marche - avevano invece votato a favore della proposta di legge firmata dalla segretaria e da Roberto Speranza, che aveva come obiettivi:

  • mettere più risorse sulla sanità pubblica, per arrivare nel 2028 - non domani - alla media europea del 7,5% di spesa sanitaria sul Pil;
  • sbloccare il tetto alle assunzioni, messo nel 2009 da un governo di cui Giorgia Meloni era ministra e mai tolto.

Da qui l'appello all'esecutivo a discutere quella proposta in Parlamento, "accantonando le loro motivazioni ideologiche".

Decreto legge liste d'attesa, Schlein all'esecutivo: "Si deve fermare e ascoltare il mondo della sanità pubblica"

Schlein conclude il suo intervento alla conferenza stampa in Senato intimando al governo di fermarsi e chiedendogli nuovamente di prestare ascolto alle rimostranze e alle proposte del mondo della sanità pubblica.

Per poi lanciare un'ultima 'stoccata' a Giorgia Meloni:

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"Sembra quasi che sia più preoccupata di tenere buono Salvini che non di salvaguardare il diritto alla salute degli italiani. Il decreto, più che accorciare le liste d'attesa, vuole allungare la vita di questo governo".

Infine, a margine della conferenza c'è spazio anche per la questione delle nomine Ue e la ricandidatura di Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione europea.

La segretaria garantisce che "ascolteremo con grande attenzione quello che Ursula von der Leyen verrà a dire in aula giovedì" ma sottolinea la necessità di "un'Europa sempre più sociale e solidale", che intervenga in modo deciso per ridurre le disuguaglianze.

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Piercarlo Fabi
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