L'Italbasket di Pozzecco non parteciperà alle Olimpiadi di Parigi che stanno per aprire ufficialmente i battenti. Gli azzurri hanno perso contro la Lituania nel Preolimpico, prestando il fianco a un mare di critiche, anche nei confronti della Federazione. Una squadra molle, dal punto di vista mentale e fisico, incapace di reagire e mal gestita. La discussione, anche a distanza di giorni non si arresta e coinvolge anche lo scarso lavoro nei settori giovanili. Per commentare l'assenza dell'Italbasket alle prossime Olimpiadi, Matteo Soragna, ex cestista che ha vestito anche la maglia della Nazionale, è intervenuto in esclusiva a Tag24.
Il conto alla rovescia per le Olimpiadi di Parigi è iniziato e alla cerimonia d'apertura che tutti gli appassionati di sport attendono manca sempre meno. L'Italia potrà dire la sua e tentare di arrivare a medaglia in quasi tutte le discipline, ma non nel basket maschile. La squadra del Ct Pozzecco infatti non parteciperà ai Giochi Olimpici. Ad interrompere il sogno degli azzurri è stata la Lituania, che li ha battuti 88 a 64, nella semifinale del torneo di qualificazione a San Juan di Portorico. Un crollo verticale dell'Italia, nel terzo e quarto quarto, che non gli ha lasciato scampo. Per commentare l'assenza dell'Italbasket alle prossime Olimpiadi, Matteo Soragna, ex cestista che ha vestito anche la maglia della Nazionale, è intervenuto in esclusiva a Tag24.
D: Niente Olimpiadi per l'Italia, sconfitta dalla Lituania nel Preolimpico. Cosa è successo e come ti spieghi questo epilogo?
R: Il Preolimpico è sempre una brutta bestia, per tutte le squadre. Le variabili contano molto di più rispetto a altre manifestazioni perché il tempo è ancora meno. Ho visto la squadra meno energica e intraprendente rispetto al recente passato a cui vanno aggiunte anche le assenze che hanno avuto un peso importante.
D: Praticamente un disastro sportivo, il Ct Pozzecco avrebbe potuto fare di più? Giusto confermarlo?
R: Definirlo un disastro sportivo mi sembra decisamente esagerato, certamente c'è della delusione che in primis provano i ragazzi e Gianmarco con il suo staff. Poz ha dimostrato in questi anni di essere seguito e amato dai suoi giocatori, dal suo staff e dalla Federazione. Inoltre ha offerto una pallacanestro divertente ed efficace (ricordiamo che siamo andati a due tiri liberi da una medaglia all'Europeo giocato in casa).
D: Come si riparte adesso?
R: Sarà banale dirlo, ma per competere a livello internazionale serve giocare tanto a livello di club, creandosi l'abitudine alla qualità che serve poi in estate.
D: L'Under 17 è arrivata in finale mondiale. Manca il talento o è un problema di maturazione e coraggio?
R: Il mondo delle giovanili è una scienza imperfetta. I ragazzi allenati da Mangone sono stati eccezionali (anche l'anno scorso sono andati a medaglia, tra l'altro) ma questo non vuol dire che in automatico si traduca nelle stesse cose in Nazionale maggiore. Sono ottimi segnali che vanno cavalcati, dando possibilità e spazio a chi ha fatto qualcosa di speciale, poi talento, fisicità e atletismo faranno la differenza.
D: Cosa ti aspetti da parte della Federazione? Si punterà sui giovani?
R: Servono idee e progetti condivisi con i club, per la crescita dei ragazzi che poi corrisponderà alla crescita del movimento.
D: All'inizio delle Olimpiadi manca poco. Chi vedi favorito e ti aspetti qualche sorpresa?
R: Per le Olimpiadi c'è sempre un solo ed unico favorito che è Team USA. Ma la forbice ormai si è stretta tantissimo, penso a Canada, Germania, Serbia, Francia e Grecia che possono essere quelle che fanno saltare il banco. Sono molto curioso di vedere come andrà.