L'italiano Luigi Giacomo Passeri è detenuto in un carcere egiziano da circa undici mesi, dopo essere stato arrestato per possesso di marijuana nell'agosto scorso durante una vacanza. La sua vicenda è stata portata all'attenzione dei media locali recentemente grazie alle dichiarazioni dei suoi fratelli e a una raccolta fondi organizzata da loro.
I fratelli di Passeri hanno riferito di aver perso i contatti diretti con lui dal 23 agosto dell'anno scorso, ricevendo solo una telefonata in cui confermava di essere in carcere e alcune lettere in cui lamentava maltrattamenti e cure mediche inadeguate dopo un'operazione di appendicectomia.
Giacomo Passeri è un giovane di 31 anni originario di Pescara, che prima del suo arresto in Egitto risiedeva a Londra. L'arresto è avvenuto quasi 11 mesi fa, il 23 agosto 2023, durante un viaggio in Egitto. La famiglia sostiene che sia stato accusato di possesso di una piccola quantità di marijuana per uso personale. Tuttavia, la polizia egiziana lo accusa di reati più gravi: detenzione e traffico di stupefacenti e partecipazione a una piccola rete di spaccio.
Passeri ha scritto diverse lettere descrivendo le condizioni disumane del carcere. Ha denunciato di essere stato torturato, rinchiuso per ore in una cella sporca di feci e urina, infestata da scarafaggi, con manette così strette da interrompere la circolazione sanguigna nelle dita. Successivamente, è stato trasferito in una cella con 12 detenuti accusati di omicidio e tentato omicidio. Ha anche subito un'operazione d'urgenza per appendicite e poi è stato abbandonato senza cure per giorni, con gli agenti che gli gettavano acqua addosso e lo minacciavano in arabo. "Se non fosse stato per il medico che ha detto basta, non so come sarebbe finita. Che incubo sto vivendo, fratello mio", ha scritto.
La famiglia ha saputo del suo arresto solo settimane dopo, quando Passeri non è rientrato a Londra, e hanno iniziato a cercarlo disperatamente.
Passeri viveva a Londra e si trovava al Cairo in vacanza al momento dell'arresto. La famiglia sostiene che il motivo dell'arresto fosse il possesso di una piccola quantità di marijuana per uso personale, mentre i pochi documenti della polizia egiziana, scritti in arabo e recentemente ottenuti dalla famiglia, riportano accuse di possesso e traffico di sostanze stupefacenti. Passeri è attualmente detenuto nel carcere di Badr, a nord del Cairo.
I familiari hanno anche raccontato che le udienze del processo vengono continuamente rinviate a causa dell'assenza dei testimoni dell'accusa, prolungando così i tempi di detenzione. Le condizioni nel carcere sono descritte come dure e degradanti. Andrea Passeri, uno dei fratelli, ha lanciato una raccolta fondi a giugno per raccogliere i 40mila euro richiesti dall'avvocato egiziano per la difesa di Giacomo. Andrea ha scritto nel post di raccolta fondi che, sebbene la cifra sia alta, è comunque più abbordabile rispetto ai 60mila euro richiesti dall'ambasciata italiana.
Durante l'interrogazione parlamentare, Grimaldi ha chiesto al ministro degli Esteri, Antonio Tajani, quali iniziative urgenti intenda adottare per garantire a Luigi Giacomo Passeri tutta l'assistenza e il supporto necessari da parte dell'ambasciata italiana in Egitto e se sono in corso verifiche sulle sue condizioni di detenzione e salute psicofisica.