Oggi, venerdì 19 luglio, l'Istat ha diffuso di dati sui livelli di istruzione e i loro riflessi sul lavoro. Il 23,9% dei figli di genitori con un basso livello di istruzione abbandona precocemente gli studi e solo il 12,8% raggiunge il titolo terziario. Al contrario, se anche solo uno dei genitori è laureato, queste percentuali diventano rispettivamente 1,6% e 67,1%. Come dire: un buon livello di istruzione e, di conseguenza, un buon lavoro, spesso di tramandano di generazione in generazione. Mentre il cosiddetto ascensore sociale è sempre più difficile da prendere.
I dati dell'Istituto di statistica confermano che l'Italia non è un Paese dalle grandi opportunità. Anzi: spesso è proprio l'inverso. Chi nasce in una famiglia povera sia culturalmente che economicamente, sembra condannato alla stessa condizione. Di padre in figlio, si trasmettono le stesse diseguaglianze sociali. Eppure, proprio la scuola e l'istruzione dovrebbero rappresentare le due maggiori leve per riscattarsi socialmente. Tant'è che il Governo Meloni ha voluto denominare (anche) del merito il nostro ministero dell’Istruzione.
Stando a Maria Cecilia Guerra, la responsabile lavoro del Partito Democratico, evidentemente, il merito che ha voluto sottolineare Giorgia Meloni è quello di nascere nella famiglia giusta.
Ma non è tutto. Come dimostra anche l'ultimo eclatante caso del bracciante indiano morto nella campagne di Latina, c'è un problema nel problema del mercato del lavoro italiano: quello dello sfruttamento degli stranieri. Guerra lo sottolinea così: