Se in Italia, negli ultimi cinquant'anni, c'è stato qualcosa che ha segnato un prima e un dopo questa è Tangentopoli, l'inchiesta del pool di Milano denominata Mani Pulite che, a cominciare dal 1992, terremotò il mondo politico ponendo fine alla Prima Repubblica. Oltre trent'anni dopo, ne hanno parlato in un dibattito Vittorio Sgarbi, da sempre molto critico con l'azione della magistratura del capoluogo lombardo, e Antonio Di Pietro, il pm oggi 73enne che mise alla sbarra il gotha della politica e delle istituzioni nazionali. Alla fine, stringendosi la mano, i due, un pò a sorpresa si sono ripromessi di scriverne un libro assieme.
Qualcuno potrebbe pensare che il diavolo e l'acqua santa si mettono assieme per firmare uno stesso libro. Ma tant'è: Tangentopoli ha cambiato per sempre il nostro sistema politico, i partiti che votiamo e finanche il nostro approccio alla vita pubblica. E merita senz'altro anche una visione inedita, con due punti di vista così diversi. Sgarbi, sui suoi social, l'ha messa così:
Sempre Sgarbi, quindi, si è chiesto:
Ma quando e come iniziò l'operazione Mani Pulite? La data passata alla storia è quella del 17 febbraio 1992, quando a Milano fu arrestato Mario Chiesa, presidente socialista del Pio Albergo Trivulzio. Coordinata dalla Procura guidata da Francesco Saverio Borrelli e dall'aggiunto Gerardo D'Ambrosio Mani Pulite fu assegnata in prima battuta ai pm Antonio Di Pietro, Piercamillo Davigo e Gherardo Colombo. Divennero in breve tempo tutti personaggi popolarissimi. Col passare del tempo, invece, sono sempre più diventati il simbolo del giustizialismo. Anche se alcune posizioni, come quella di Di Pietro sulla riforma della giustizia avanzata dall'attuale Guardasigilli Carlo Nordio, tendono a smentire anche questa tesi.