21 Jul, 2024 - 15:51

Perché si discute tanto della barba di J. D. Vance, il candidato vicepresidente scelto da Trump

Perché si discute tanto della barba di J. D. Vance, il candidato vicepresidente scelto da Trump

Perché si sta discutendo così tanto della barba di James David Vance, il candidato vicepresidente scelto da Donald Trump? Risposta secca: perché al tycoon non piacciono gli uomini barbuti. E soprattutto perché da oltre un secolo negli Stati Uniti non si vede un vice che non si rade regolarmente. Per gli amanti delle statistiche: l'ultimo vicepresidente a sfoggiare una barba come quella di Vance è stato Charles Fairbanks, secondo di Teddy Roosevelt dal 1905 al 1909. 

Perché si discute della barba di James David Vance, Trump: "Sembra un giovane Abramo Lincoln"

E quindi: in barba alla tradizione, è proprio il caso di dirlo, J. D. Vance, lunedì 15 luglio, è stato scelto da Trump come suo secondo per la corsa alle presidenziali del prossimo novembre. Una scelta non scontata, anche per l'aspetto del senatore 39enne dell'Ohio, il quale ha optato per il look barbuto subito dopo la pubblicazione del libro che l'ha portato in auge: "Elegia Americana". Una tempistica che è andata a sottolineare la sua determinazione a far valere, anche contro il politically correct, le ragioni della pancia del Mid West, quello della classe operaia formata da persone di pelle bianca: Vance decise di cambiare look facendo dimenticare al suo elettorato quella che poteva sembrare una faccia troppo pulita, troppo da bravo ragazzo. Una particolarità che non è sfuggita ai commentatori statunitensi, tant'è che a Trump è stata fatta la domanda diretta: come mai un secondo con la barba? La risposta di The Donald è stata questa:

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"Ha un bell'aspetto: sembra un giovane Abramo Lincoln"

E già: è quasi dai tempi del mitico presidente che a Washington non si vede un politico così alto in grado con la barba. Il motivo, almeno finora, è da rintracciarsi nell'opinione americana secondo la quale persone con la faccia pulita sono più affidabili e trasparenti. Ora, invece, si cambia registro.

I precedenti italiani di Berlusconi e Mussolini (che amava i rasoi Gillette)

Volendo fare una analogia con la politica italiana, un altro big che odiava avere a che fare con uomini barbuti è stato Silvio Berlusconi. Il Cavaliere non permetteva a nessuno in Forza Italia di avere il viso coperto. Ma anche ai calciatori delle sue squadre e ai giornalisti con cui aveva a che fare non rendeva la vita facile in tal senso. A lui che amava apparire giovane, sembrava un segno dell'invecchiamento, soprattutto quando era bianca.

Ma tant'è: Berlusconi non è stato l'unico politico italiano contro gli uomini barbuti. Anche Benito Mussolini aveva i suoi stessi gusti. Nel 1926, all'Associated Press ebbe modo di confidare:

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"Sono contrario alla barba: è segno di decadenza. La barba viene di moda con l’incipiente declino della gloria imperiale. Il fascismo fu la giovinezza dei visi sbarbati di fresco. Io devo usare una lama ogni volta che mi rado perché non esistono ancora lamette capaci di resistere a più di una rasatura della mia barba. La migliore per ora, è la Gillette"

Chissà qual è quella che utilizza Trump. E quella a cui ha detto addio il suo vice.

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Giovanni Santaniello
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