La rielezione di Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione europea continua a far sentire i propri effetti sul governo italiano. Forza Italia attacca e la Lega risponde: se il vicepremier Antonio Tajani esprime i propri timori sulla possibile irrilevanza diplomatica in UE, i leghisti ironizzano sul voto del PPE per von der Leyen, finito a sostenerla insieme ai Verdi e ai Socialisti.
Fratelli d'Italia finisce ancora una volta per fare da pompiere o da paciere: Augusta Montaruli e Giovanni Donzelli assicurano che il governo è saldo e concentrato sui propri obiettivi.
Ancora scossoni nella maggioranza di governo dopo la votazione del 18 luglio 2024, che ha confermato presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. L'idea della premier Giorgia Meloni di far pesare i voti degli eurodeputati in quota FdI si è scontrata con la capacità della politica tedesca di portare dalla sua Socialisti, Popolari ma soprattutto i Verdi, neutralizzando possibili franchi tiratori al momento della votazione.
Cambia qualcosa per l'Italia? I meloniani giurano più e più volte che l'Italia non sarà messa in un angolo e godrà di un ruolo di effettiva incidenza, mentre i due alleati di governo (Lega e Forza Italia) continuano a bisticciare su chi ha votato a favore o contro von der Leyen.
La paura di una possibile irrilevanza italiana era stata espressa dal vicepremier e ministro degli esteri Antonio Tajani, che pure si era lamentato nei giorni scorsi che i leghisti abbiano messo in difficoltà l'Italia con i loro voti contrari.
Mentre Meloni incontra il neoeletto presidente del Consiglio Europeo, Antonio Luis Santos da Costa, a Roma, dalla Lega partono risposte taglienti a quanto detto da Tajani. Il capogruppo leghista alla Camera, Riccardo Molinari, ha voluto domandare polemicamente a Tajani il senso del suo appoggio a von der Leyen, considerato che parte del suo programma ricalca quello criticato dal PPE in passato:
Quest'auspicio viene raccolto da Augusta Montaruli, sottosegretaria all'università e della ricerca per Fratelli d'Italia? Queste "punzecchiature" minano la solidità del governo? La risposta per la deputata di FdI non può che essere negativa:
Il centrodestra è compatto: io vedo una fortissima unità e la vedo da parlamentare all'interno delle commissioni. Rimpasti nel governo? Non siamo nella fase della preoccupazione, ma nella fase dell'occupazione.
Tocca poi a Giovanni Donzelli, che in FdI si occupa dell'organizzazione nazionale, ribadire il concetto espresso da Montaruli. Secondo lui l'attuale governo è uno dei più saldi che la storia repubblicana italiana può ricordare e soprattutto mette in campo risultati concreti. Per Donzelli ognuno ha le proprie posizioni, ma queste non vanno ad inficiare il lavoro generale deciso poi dall'esecutivo.
Donzelli cita anche che in Parlamento e nel Consiglio dei ministri non ci sono mai stati voti diversi rispetto a ciò che l'esecutivo aveva deciso in precedenza, ma va notato come alcuni argomenti (la guerra fra Ucraina e Russia, ad esempio) siano il terreno preferito per distinguo potenzialmente deleteri per il governo: la Lega preferirebbe palesemente non inviare più aiuti militari a Kiev, mentre FdI e FI sì.
E le punzecchiature fra leghisti e forzisti? Per Donzelli mera accademia giornalistica:
L'assunto di fondo delle parole di Tajani, espresse in diversi commenti ed interviste in questi giorni, è che Forza Italia rappresenta il partito della responsabilità, che ha scelto di non negare il proprio voto ad un von der Leyen bis a patto che alcuni progetti (come nel caso del Green Deal) non concedessero troppo spazio alle istanze dei Verdi.
Nel frattempo ci sono altri argomenti sensibili da affrontare ed uno fra questi è rappresentato dal prossimo Consiglio informale dei ministri degli Esteri. Un appuntamento importante nella vita diplomatica dell'UE, considerato anche l'attivismo fuori dalle righe del presidente ungherese Viktor Orbàn, che guida questo semestre europeo.
Le sue visite a Trump e a Putin non sono state ufficialmente organizzate dal Parlamento europeo ed era circolata l'ipotesi che la maggioranza dei paesi EU boicottasse il Consiglio informale di stanza a Budapest. Tajani però spiega che questa non sarebbe una scelta di buon senso, considerato che questo sarebbe un momento istituzionale e non di appoggio politico alle scelte ungheresi: