Per il Partito Democratico ogni occasione è buona per sottolineare l'inadeguatezza del governo della premier Giorgia Meloni.
La maggioranza di centrodestra non riesce proprio a fare a meno di mettere a tacere le profonde differenze che ha nei confronti dell'UE e delle sue istituzioni e la rielezione di Ursula von der Leyen alla Commissione europea ne è un esempio.
Ne sono convinti Giuseppe Provenzano e Lia Quartapelle, deputati ed esponenti di peso del PD. Occupandosi di politica estera per i dem, Quartapelle e Provenzano sanno bene che le tensioni fra Lega e FI ed il no di FdI contro von der Leyen potrebbe costare all'Italia tanto nel prossimo futuro europeo: "Roma così finirà isolata in Europa".
I battibecchi fra Lega e Forza Italia, e in particolare fra Riccardo Molinari (capogruppo leghista alla Camera) e Antonio Tajani (vicepremier, leader forzista e ministro degli Esteri), non sfuggono a parte dell'opposizione. E' per primo il PD a stigmatizzare la politica ondivaga e senza un obiettivo concreto portata avanti dal governo guidato da Giorgia Meloni.
Non si può fare a meno di notare, infatti, che per quanto leghisti, forzisti e meloniani si dicano compatti sulla realizzazione del programma di governo, esistono differenze che spesso vengono a galla e generano frizioni.
Se un partito (la Lega) accusa un altro (Forza Italia) di aver prima criticato von der Leyen per poi rivotarla, non si può non pensare al complicato lavoro che la premier dovrà fare con le istituzioni europee.
Giuseppe Provenzano (deputato e Responsabile esteri per i dem) e Lia Quartapelle (deputata e membro della Commissione esteri del PD) ci vanno giù duro e non ritengono all'altezza delle sfide future l'attuale maggioranza di centrodestra.
L'indecisione di FdI se votare o meno Ursula von der Leyen non ha precedenti nella storia delle votazioni europee e per i due dem espone l'Italia all'isolamento politico e diplomatico. E' inutile quindi che Roma si lamenti se poi quando si tratta di decidere concretamente vengono a galla le sue indecisioni o i tentativi di mantenere il piede in due scarpe (conservatori e maggioranza per von der Leyen).
Per Provenzano l'esempio migliore riguarda l'inviato speciale che la Nato vorrebbe creare per il Mediterraneo, offerto alla Spagna:
Riassumendo il tutto, Provenzano indica che la politica dell'esecutivo è schizofrenica, non si può spiegare se non con gli effetti deleteri che produce sul buon nome (in Europa e nel mondo) dell'Italia. Per il dem rimane la sensazione che Meloni sia stata usata da alleati che lo sono stati soltanto a parole:
Da parte di Lia Quartapelle, come detto membro della Commissione esteri del PD, è analoga la preoccupazione che non ci sia sostanza negli annunci fatti da Meloni nel recente passato. Si potrebbe quasi dire che la premier da incendiaria è diventata pompiere: cambiare l'Europa col vento dei conservatori e finire invece in un angolo e a rischio di esclusione.
E' dal PD che gli italiani si devono aspettare serietà e pragmatismo, non dai cosiddetti "patrioti". L'idea alla base delle azioni di Meloni, secondo Quartapelle
Non c'è nulla quindi che possa indicare che Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia smettano a stretto giro di posta di criticare gli uni i passi o le azioni degli altri. Quartapelle vede realizzarsi ciò ogni giorno, non soltanto negli interventi legislativi messi in campo, ma anche come vengono presentati agli italiani.
La preoccupazione che a Meloni sfugga il pallino del gioco dalle mani, e cioè che leghisti e forzisti un giorno dicano qualcosa di troppo grave per poter esser aggiustato, sale non appena si guarda a come agiscono Tajani e Salvini:
Per Quartapelle, infine, le ripetute richieste da parte degli esponenti di centrodestra affinché l'Italia riceva un incarico di peso (e con possibilità di spesa) in UE cozzano con il recente passato, che ha visto esponenti italiani importanti per incarichi altrettanto importanti.
La dem sottolinea come il prossimo futuro sarà decisivo affinché si possa capire se le promesse di Meloni potranno esser mantenute o meno: