Sarà un autunno caldo per molte regioni italiane e il riferimento non è solo meteorologico ma anche politico. Nei prossimi giorni ne sapremo di più, ma, ciò che è certo è che tra ottobre e novembre potrebbero essere diverse le regioni che ritorneranno alle urne per l'ultimo turno delle Elezioni Regionali 2024.
Avvicendamenti e valzer di poltrone che potrebbero riguardare non solo i consigli regionali, ma, anche diversi comuni capoluogo di provincia con un effetto domino dovuto alla candidatura di diversi sindaci. Le regioni interessate potrebbero essere in totale quattro: Umbria, Emilia Romagna (al momento le uniche certe), Liguria e Veneto.
Facciamo allora una panoramica, regione per regione, su cosa cambia e soprattutto chi resta e chi lascia.
Manca ancora una data, ma l’Umbria è l’unica delle regioni al voto in autunno ad esserci arrivata per scadenza naturale. Il centrodestra ha confermato la governatrice uscente della Lega, Donatella Tesei che sfiderà il sindaco di Terni, Stefano Bandecchi di Alternativa Popolare , il coordinatore nazionale di Democrazia Sovrana e Popolare, Marco Rizzo, mentre la coalizione di centrosinistra composta da PD, AVS, M5S, Demos e Civiche ha scelto la sindaca di Assisi, Stefania Proietti. In caso di elezione di quest’ultima, si renderebbe necessario un ritorno al voto anticipato anche nel capoluogo umbro che, altrimenti, sarebbe andato al voto non prima del 2026.
Sicure sono le Elezioni regionali 2024 in Emilia Romagna per le quali si conosce già anche la data: si voterà il 17 e il 18 novembre. Anche l’Emilia Romagna è chiamata al voto anticipato dopo le dimissioni del governatore Stefano Bonaccini, eletto al Parlamento Europeo.
Il Pd ha già indicato il suo candidato per la poltrona di governatore – che probabilmente sarà sostenuto da tutto il centrosinistra – il sindaco di Ravenna, Michele De Pascale. Al momento l’unica sfidante è l’ex sottosegretaria del Governo Monti Elena Ugolini che potrebbe avere l’appoggio del centrodestra che al momento però non si è ancora sbilanciato. Se il candidato del Pd dovesse essere eletto presidente della Regione, allora, anche la città di Ravenna dovrà eleggere un nuovo sindaco, con due anni di anticipo.
In ballo c’è anche il destino della Liguria. Se l’attuale governatore Giovanni Toti dovesse optare per le dimissioni a seguito dell’inchiesta giudiziaria che lo vede coinvolto, in autunno si apriranno le urne anche in Liguria. I partiti sono già al lavoro per l’individuazione degli eventuali candidati alla poltrona di Presidente della Regione. La sensazione è che l’annuncio del presidente sia solo una questione di giorni, se non di ore.
La notizia ha cominciato a circolare in queste ore, ma il governatore della regione Veneto, Luca Zaia, potrebbe essere il prossimo candidato alla poltrona di sindaco di Venezia, o almeno la proposta è stata fatta. La città lagunare potrebbe andare a elezioni anticipate, non si sa se già in autunno, a seguito della vicenda giudiziaria che coinvolge il sindaco Luigi Brugnaro e in quel caso il candidato del centrodestra potrebbe essere per ‘acclamazione’ l’attuale governatore della Regione Veneto che – a meno di colpi di scena sul limite del terzo mandato – non potrebbe ricandidarsi nuovamente alla guida della regione. Questo scenario però ne aprirebbe un altro, ovvero, la necessità di elezioni anticipate anche in Veneto, che comunque sarebbe tornata alle urne nel 2025 insieme alla Campania e alla Puglia.