E’ la prima cosa di cui si occuperà al suo rientro in Italia dalla visita diplomatica in Cina. Nel corso del punto stampa di oggi – martedì 30 luglio 2024 – da Pechino, la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è ritornata sulla questione delle nomine dei commissari europei e ha ribadito l’intenzione di dare priorità alla questione al suo ritorno in Italia per trovare un accordo con gli altri partiti di maggioranza sui nomi da proporre alla Presidente Ue, Ursula von der Leyen.
La scadenza per la comunicazione dei due nomi italiani per il dopo Gentiloni, attuale commissario Ue per l’Italia, è stata fissata per il 30 agosto, il termine entro il quale i capi di stato dei 26 paesi che compongono l’Unione Europea dovranno indicare alla Presidente della Commissione i nomi proposti per la nomina dei commissari europei.
I tempi non sono ristrettissimi, ma complice la pausa estiva, è necessario decidere a stretto giro i nomi da proporre a Ursula von der Leyen. I nomi e non il nome perché, nella lettera inviata da von der Leyen ai leader europei, ha chiesto a ciascun governo membro di indicare due nominativi: quello di un uomo e quello di una donna, per garantire la parità di genere nella composizione della nuova commissione.
Giorgia Meloni non si è ancora espressa ufficialmente ma un nome c’è ed è quello del Ministro per la Coesione, Raffaele Fitto. L’endorsement è arrivato anche dagli alleati di Forza Italia, con il vicepremier Antonio Tajani che in più occasioni ha sottolineato come quella dell’ex governatore della Puglia sia una candidatura eccellente. Nei giorni scorsi anche l’eurodeputato Fulvio Martusciello aveva confermato che il nome su cui si era raggiunto l’accordo era quello del ministro Fitto.
Diverso è il discorso per la seconda candidatura, quella femminile. Il nome che sta circolando con insistenza nelle ultime ore è quello di Elisabetta Belloni, oggi a capo dei servizi segreti italiani.
Da Pechino, la premier italiana, Giorgia Meloni, ha mandato un messaggio agli alleati di Governo: occorre trovare una quadra e indicare i due nomi.
Alcuni stati europei hanno già sciolto le riserve e indicato i nominativi ufficiali dei rispettivi commissari che poi dovranno passare al vaglio del capo dell’esecutivo europeo, ma tra questi non c’è l’Italia.