Una missione delicata affrontata con successo, quasi alla stregua di Marco Polo, volendo scomodare un precedente altisonante. Per Antonio Tajani, come per tutto il centrodestra compatto, il viaggio di Giorgia Meloni in Cina ha raggiunto gli obiettivi prefissati, gettando un ponte prezioso tra Roma e Pechino, proprio come fece l'esploratore veneziano.
Il vicepremier e ministro degli Esteri conferma i buoni rapporti tra i due Paesi ribaditi dal vertice, sia sul piano economico sia su quello delle crisi internazionali, a partire dall'Ucraina per la quale la Cina può giocare un ruolo importante.
Antonio Tajani guarda a Oriente e vede solo segnali positivi. Raggiunto dai cronisti, tra cui l'inviato di TAG24 Lorenzo Brancati, a margine dell’Assemblea dei delegati di Enasarco, il segretario di Forza Italia appare oggi, 30 luglio 2024, visibilmente soddisfatto dalle notizie che arrivano dal viaggio in Cina della presidente Meloni.
Una trasferta nella quale la premier aveva il non facile compito di presentare l'Italia come partner affidabile e credibile, offrendosi per la delicata funzione di 'ponte' con l'Unione europea. Un obiettivo reso complicato anche dalla decisione italiana, lo scorso anno, di abbandonare l'intesa della nuova 'Via della Seta', siglata nel 2013.
Un accordo che per il ministro degli Esteri "non produceva effetti positivi per la nostra economia" e che per questo è stato sostituito da un'intesa in 6 punti sui temi dell'energia, della sicurezza alimentare e, soprattutto, delle auto elettriche.
Una collaborazione strategica che Tajani si augura abbia ricadute importanti anche sul fronte delle crisi internazionali in corso, a partire dalla guerra in Ucraina. Sulla questione, il vicepremier si fa serio, sottolineando come le buone relazioni tra i due Paesi possono servire per spingere la Cina a intercedere presso Putin e favorire il processo di pace nell'area:
Un velo di preoccupazione, infine, quando gli viene chiesto di commentare il rischio sempre più probabile di un'escalation della guerra in Medio Oriente che coinvolga il Libano. Tajani dichiara di aver parlato sia con il ministro degli Esteri libanese sia con quello israeliano ribadendo la necessità di non allargare il conflitto.
Decisamente più critica la posizione di Angelo Bonelli, deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, che parla di una premier "double face", per la sua posizione fortemente contraria verso l'accordo della 'Via della Seta', sostituito da un altro che Bonelli ritiene sostanzialmente analogo.
Un'intesa, sottolinea con malizia, che va in una direzione diametralmente opposta rispetto agli attacchi di Matteo Salvini sulla dipendenza italiana dalle auto elettriche cinesi. "Quindi si mettessero d'accordo", dice con una battuta il deputato Avs.
Tuttavia, anche Bonelli riconosce la necessità di allacciare legami solidi con quelle potenze che possono incidere positivamente sulla crisi in Ucraina, citando anche Stati Uniti e India in questo senso.